La Loggia
La loggia tra il Palazzo di Pilano
e la Casa Valgrana
La loggia come è stata realizzata
e le sue antiche vedute
La nuova opera architettonica, eretta verosimilmente negli anni immediatamente successivi all’appalto dei lavori, cioè nel 1615-16, e improntata ad una
nobile grandiosità e ad una sobria essenzialità di strutture. La caratterizzano due
piani nettamente distinti: quello terreno a parete piena (salvo l’arco della valle
di Giosafat, certo appartenente ancora al viadotto eretto dall’Alfano); quello
superiore a loggiato aperto interamente verso la Piazza, ritmato invece da finestroni centinati verso l’alta valle, per costituire una certa barriera ai venti freddi
del Rosa, non occultando però la splendida vista, quasi a strapiombo su Varallo
vecchia col torrente Mastallone e sulla cerchia dei monti.
Sul lato esterno, cioè quello occidentale, la costruzione prosegue senza soluzione di continuità la parete ovest del Palazzo di Pilato, per piegare poi al fondo
ad angolo leggermente ottuso tra l’antico romitorio sovrastante il Santo Sepolcro e la Casa Valgrana, di cui travalica arditamente la parte più interna, per conchiudersi con una lunga scalea da cui si gode uno splendido panorama su Varallo
e la valle inferiore del Sesia.
La situazione complessiva rimasta inalterata attraverso i secoli dal punto di
vista planimetrico, con la scalea addossata all’antico portico di collegamento tra
le cappelle della Sindone e di S. Francesco, affacciate sulla Piazza Maggiore, si
può cogliere distintamente nelle piante del Sacro Monte, ad iniziare da quella
dell’architetto Massone, risalente al 1733, per proseguire con quelle ottocentesche del Marchini (1816), del Cusa (1837) e dell’Arienta (1866):
Una soluzione quindi ardita, semplice ed originale ad un tempo; una soluzione per la quale penso non sia stata del tutto estranea una conoscenza diretta,
o indiretta, od anche solo la fama del celebre corridoio vasariano degli Uffizi a
Firenze, eretto nel 1564, per collegare i Palazzi della Signoria e degli Uffizi col
Palazzo Pitti, di là d’Arno, travalicando il Ponte Vecchio, addossandosi a case e
chiese preesistenti, sovrastando abitazioni, aggirando torri, scavalcando strade.
Certo siamo nel clima artistico e culturale in cui le logge, le gallerie hanno
avuto la loro stagione più felice, il loro maggiore sviluppo, ad iniziare dalla bra439