ne (allora della S. Casa di Loreto) il lato verso occidente con le sue due arcate;
così pure si scorgono nella veduta xilografica che accompagna la guida del 1566
le arcate di mezzogiorno. Il portichetto è poi anche riprodotto con esattezza
nella sua struttura originaria nella planimetria del complesso di Nazaret nel “Libro dei Misteri” (1565-70).
Ma proprio in quel giro di anni, avvertita l’esigenza di rappresentare la Visita
di Maria a S. Elisabetta in seguito al sempre più vasto diffondersi della devozione al Rosario, si era in un primo momento iniziato ad adattare a questo scopo
un “picciol loco” posto subito dopo l’Annunciazione di allora (attuale Visitazione), come ricordano le guide del 1566 e dei 1570.
Il “picciol loco”, come già si è detto trattando della cappella della Visitazione,
non è altro che la prima arcata del lato del portichetto verso mezzogiorno, ossia
quella più a levante. Essa venne allora chiusa; infatti, ancor oggi, il modesto vano
che se ne ricavò, delimitato da sottili pareti, è raffinatamente ornato a motivi decorativi cinquecenteschi, sia sulle pareti che sulla volta, eseguiti evidentemente
poco dopo il 1566. Presentatasi però alla fine dei 1572 l’occasione di usufruire
dell’ambiente molto più prestigioso dell’Annunciazione che veniva trasferita
nella S. Casa di Loreto, rimase sospeso il completamento di questo piccolo ambiente per una prima ed assai umile soluzione per accogliere la Visita di Maria a
S. Elisabetta.
Cosi quel modesto locale ricavato dalla prima arcata del portichetto, venne
degradato a magazzino, come è tuttora, mentre la parte superstite del portico
risultava ormai ridotta solo più a due arcate; quella d’angolo e quella a nord.
Esse erano abitualmente sfruttate, data la loro posizione, per ricovero dei pellegrini, come abbiamo già detto, ma anche come luogo di ristoro. Infatti il vescovo Bascapè nella relazione della sua visita pastorale in data 25 settembre 1594,
rimproverava l’uso invalso di vendere cibarie sotto l’arco della Porta Maggiore
e di fermarvisi a mangiare e ricordava che era a ciò riservato appunto un basso
edificio presso il sacello dell’Annunciazione, ossia il portichetto, per la cui mansione il servo del Sacro Monte riceveva denaro.
Ma non molto dopo, nel 1597 veniva impiantata presso la Porta Maggiore la
prima osteria, per cui il portichetto si rendeva libero.
In u na sua nuova visita al Sacro Monte il 4 aprile 1603 lo stesso vescovo mons.
Bascapè pensò di usufruirne per collocarvi la nuova raffigurazione del Primo sogno di S. Giuseppe.
In seguito a questa decisione vennero chiuse le arcate e separate tra loro le due
campate. Quella più a nord, collegata con la primitiva Grotta di Nazaret, venne
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Cappella - 4