sia quasi ovvio dedurre che le due statue portate a Varallo siano state eseguite a
Milano da questo stesso scultore chiamato subito dopo al Sacro Monte.
Doveva trattarsi evidentemente di un artista di fiducia del d’Adda e operante
a Milano, come risulta dal memoriale, ed è un gran peccato che il manoscritto
non ce n’abbia tramandato il nome.
Dal memoriale del 12 novembre risulta però anche che le due statue non
erano ancora state messe in opera, infatti nella cappella c’erano ancora quelle
dell’Annunciazione “Nella Cappella dove a presente è la Anuntiata se gli mettera
la Visitatione dela madonna a S.Elisabet”.
Il lavoro dovette venir eseguito poco dopo tra la fine del 1572 e l’inizio del
73. In un elenco di casa d’Adda, datato dal Galloni verso il 1574 e nella guida
del 1583 la cappella risulta completata. Le statue però erano ancora soltanto
due, ed erano veramente poche per la grande sala.
Nel 1585 il vescovo Speciano esortò ad “accomodare” la cappella; la raccomandazione dovette venire in parte seguita. Dalla relazione, o “processo verbale” della visita vescovile del 1593, fatta questa volta dal nuovo presule novarese,
il ven. Carlo Bescapè, risulta che vi sia stata aggiunta una terza statua, un po’ più
in alto, in atto di uscire incontro dalla porta di casa, ispirandosi evidentemente
all’illustrazione proposta dal “Libro dei Misteri”.
Il vescovo censurò i due volti di Maria e di Elisabetta: la prima per parer troppo vecchia e la seconda troppo giovane, ed invitò a completare la rappresentazione aggiungendo maggior numero di figure. Notò tuttavia che vi erano altre
teste fatte, ma mai colorate.
Si può ritenere con il Galloni che siano opera del Tabacchetti che, secondo
il Fassola, sarebbe diventato pazzo mentre stava eseguendo le statue di questa
cappella.
Pare poi che tra il 1608 ed il 12 le statue siano state sostituite, perché il 13
settembre 1611 vennero dati ordini per “far la cappella della Visitazione” ed il
17 dello stesso mese furono emessi altri ordini circa le pitture e le statue.
Le sculture precedenti finirono sotto la bottega del falegname, come risulta
da un inventario redatto il 10 dicembre 1613 dal notaio Giovanni Battista Albertino.
Queste in sintesi le notizie, certo poco complete e non sempre molto chiare
riguardo alle sculture, che si possono trarre dal Galloni, che tra l’altro più di una
volta si contraddice anche.
Chi dunque fu lo scultore? Secondo il Fassola, come si è visto, sarebbe stato il
Tabacchetti e, divenuto pazzo, gli sarebbe subentrato Bartolomeo Ravelli. Ma il
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Cappella - 3