Fiamminghini. Ma nel primo Ottocento si avanzano senza nessun supporto critico i nomi di Fermo Stella, di Giovanni Miel di Anversa (Bordiga), di Giulio
Cesare Luini, o più genericamente ci si riferisce a “Scuola di Gaudenzio”.
Sono da escludere senza alcun dubbio la paternità del Miel, che mai fu al sacro Monte e, per ovvie ragioni stilistiche e cronologiche, quelle dello Stella e del
Luini.
È certo che l’autore dei cinque Profeti è un maestro di notevole livello, di evidente cultura manieristica (si notino soprattutto le pose dei personaggi e le loro
forme ampie e dilatate), ma anche influenzato fortemente dalla cultura gaudenziana dominante per gran parte del Cinquecento sul sacro Monte (si osservino
anche solo le tipiche barbe fluenti,
veramente profetiche) ed a ragione viene da richiamarsi allo scomparso prototipo dei due Profeti affrescati dal Gaudenzio sulla facciata della cappella del Noli
me tangere o Apparizione del Cristo Risorto alla Maddalena, che sorgeva presso
il Santo Sepolcro.
La critica ufficiale si è interessata ripetutamente in questi ultimi decenni dei
dipinti (Griseri, Gregori, Spantigati) presentandoli giustamente come anello di
collegamento tra Gaudenzio ed il Morazzone. Le cinque figure sono ora assegnate a Giuseppe Giovenone , allievo di Gaudenzio, e presente al sacro Monte il
19 ottobre 1572. •
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Cappella - 2