V sul monumento sepolcrale di quel pontefice in S. Maria Maggiore.
Se veramente il 1587 è l’anno di morte di Giacomo Bargnola, risulterebbe
un po’ problematica la sua attività per la cappella della Strage iniziata solo nella
seconda metà dell’anno precedente, a meno che avesse già incominciato ad eseguire alcuni dei gruppi statuari mentre si stava ancora innalzando l’edificio. Ma
è assai più probabile che la data di morte sia da posticipare di uno o due anni.
La guida del 1589 ci informa infatti che «è fatta una gran parte delle figure e de
continuo si lavora».
È cero comunque che il Bargnola o Paracca non potè terminare l’impresa.
Scomparsa troppo presto la sua misteriosa ed assai ardita personalità, subentra
un altro scultore a cui spettano le figure poste sul fondo dei tre guerrieri e dei
due giovani paggi attorno al trono di Erode. Dei due soldati di sinistra, quello
più vicino al re ha inciso sul colletto Battista Roveri Pictor Milane Ata XXXV e
porta sullo scudo l’arma di famiglia (un rovere tra due torri); l’altro reca pure
sul collare io Mauro Rover Pictor. Quello a destra del trono ha invece inciso sul
collare Michel Ang. RSTI scul. da Claino MDXC Etate an VIIL. Per i primi
due è indubbio che ci si trovi dinnanzi ai ritratti dei fratelli Della Rovere, detti
i Fiamminghini, autori, come si vedrà, degli affreschi della cappella; per l’altro,
stando al Butler si dovrebbe trattare invece di un ignoto statuario Michel Angelo Rossetti, deducendo l’ipotetico cognome dalle lettere RSTI, a cui spetterebbero queste cinque statue, eseguite, come indica la data, nel 1590. Questa
conclusione venne accolta anche dal Galloni.
Secondo il Testori invece, che non si cura di avanzare ipotesi sull’enigmatica
firma Michel Ang. RSTI, nelle cinque statue si deve già vedere la mano del giovane Giovanni d’Enrico che in questa cappella, alla scuola del Bargnola avrebbe
inizato la sua attività di plasticatore.
Certo l’interpretazione data dal Butler con il nome di un mai conosciuto
Michelangelo Rossetti si rivela del tutto arbitraria dato che le lettere RSTI con
un po’ di fantasia si potrebbero interpretare in molti altri modi. Più affascinante
risulta invece la proposta del Testori, che non tiene conto però di questa firma. Tuttavia, né il Butler, né il Galloni, e tanto meno il Testori hanno preso
in considerazione le ultime parole della scritta scul. da Claino da cui si ricava
che questo scultore, quindi certamente l’autore delle cinque statue, era nativo
di Calino, piccolo paese sul lago di Lugano nel braccio di Poriezza, patria dei
celebri scultori Bregno, posto proprio di fronte alla Valsolda, quindi quasi conterraneo del Bargnola. Non ci vuole molto a pensare che questo fin qui ignoto
Michel Angelo da Claino possa esser stato collaboratore e poi continuatore del
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Cappella - 11