LA GIORNATA TIPO
MEDIEVALE
Il pensiero di un mercante
D I NO COMPAGNI (mercante)
Dino Compagni nacque intorno al 1255 da una famiglia guelfa che faceva parte del cosiddetto "popolo grasso" fiorentino (la ricca borghesia).
Si schierò contro i nobili a sostegno di Giano della Bella e ricoprì la carica di gonfaloniere di giustizia. Caduto Giano della Bella, si dovette allontanare per qualche anno dalla vita politica. Vi rientrò nel 1300 appoggiando i Bianchi.
Dino tenne comunque una posizione equilibrata, simile a quella del suo coetaneo Dante Alighieri, e promosse l'esilio dei capi delle due parti per ottenere una pacificazione della città (in esilio fu mandato anche Guido Cavalcanti).
Con l'arrivo di Carlo di Valois a Firenze e la sconfitta dei Bianchi, Dino Compagni, pur evitando l'esilio (essendo stato priore l'anno precedente, non poteva per legge essere condannato), fu costretto a
ritirarsi definitivamente dalla vita politica.
Compagni rifiuta il disegno della storia universale e si concentra sugli anni segnati dal conflitto tra Bianchi e Neri e dalla vittoria di questi ultimi e di Carlo di Valois. Egli dichiara di voler testimoniare solo "il vero delle cose certe" rifacendosi a quanto ha direttamente visto e sentito oppure a quanto gli è stato detto da una persona di cui si fidava.
Tuttavia la sua Cronica è opera di parte, piena di passioni e di risentimenti morali e politici: l'autore dichiara le proprie posizioni attraverso critiche ai cittadini o con la rappresentazione delle malvagità degli avversari politici e del loro capo, Corso Donati. I fatti non vengono analizzati nelle loro situazioni sociali ed economici ma sono spiegati come conseguenza di atteggiamenti psicologici e morali dei protagonisti: lui racconta i fatti come secondo lui sono andati e non come sono avvenuti veramente.