STORIA ATTACK 2 Scoperte Geografiche | Page 8

Nel XIV e XV secolo si denominavano “Indie” tutti i paesi che si affacciavano sull’oceano Indiano distinguendo l’India minore dall’India maggiore, quella posta a oriente dell’Indo.

Dopo le scoperte di Colombo le terre del continente americano continuarono a lungo a essere chiamate “Indie occidentali”, mentre per le vecchie “Indie” si usava l’espressione “Indie orientali”. Era però apparso evidente molto presto che queste terre non avevano niente a che fare con le Indie. Fra i primi a sospettare che Colombo fosse arrivato non in Asia ma in un “nuovo mondo” vi fu l’italiano Pietro Martire d’Anghiera, che nel 1493 si trovava in Castiglia al servizio dei sovrani spagnoli .

«Un altro mondo giammai udito»

In quello stesso anno Pietro Martire cominciò a scrivere i primi due dei dieci libri di una progettata “decade” sulle scoperte colombiane (che divennero poi una serie di otto decadi sulla storia americana dal 1492 al 1525). Il I libro è intitolato: «isole del mare occidentale recentemente scoperte». Il titolo De orbe novo comparve in testa alle prime tre decadi nella loro edizione a stampa datata 1516, ma era già intitolato Mundus novus il libretto in latino uscito a Firenze nel 1503, che riferiva dei viaggi di Vespucci e di cui forse era autore lo stessoVespucci .

“America”, un nome usurpato?

Ma la vera “scoperta” è rimasta per tutti quella del 1492 e la denominazione “America” è perciò sempre parsa una sorta di ingiustizia nei confronti di Colombo . Il vero problema è però sapere che genere di atteggiamento venne sviluppando Colombo nei confronti delle terre da lui raggiunte. Arrivò mai a pensare che si trattava di un nuovo continente? .

Il 24 aprile 1494 l’ammiraglio lasciò Hispaniola con tre caravelle e si diresse prima su Cuba e poi sulla Giamaica. Dal 15 maggio tornò sulla costa meridionale di Cuba, navigando sempre verso occidente in una sistematica esplorazione che doveva verificare definitivamente se quella terra era un’isola o un continente. Il 12 giugno, quando l’itinerario venne interrotto, Colombo convocò tutti i marinai che lo avevano seguito e, alla presenza di un notaio, fece loro dichiarare e sottoscrivere di aver percorso 322 leghe di costa, più della lunghezza dell’Inghilterra e di qualsiasi isola conosciuta. Ma poiché le navi erano ridotte in pessime condizioni e le provviste quasi esaurite, era ormai necessario tornare indietro. La stima di Colombo era però sicuramente sbagliata, e forse sbagliata volontariamente, perché l’intera lunghezza di Cuba non arriva a 1500 km; se le sue caravelle avessero proseguito ancora per un centinaio di km avrebbero doppiato l’estremità occidentale di Cuba e si sarebbe imposta la conclusione che si trattava di un’isola.

DA DOVE IL NOME "AMERICA"?