Il concetto di “scoperta geografica” ha nella storiografia un significato relativo, non assoluto: non allude cioè al ritrovamento di terre prima disabitate dall’uomo, ma all’incontro con luoghi il più delle volte già popolati, per cui la scoperta è relativa al punto di vista del viaggiatore.
a è pertanto relativo all’orizzonte geografico della civiltà europea, a partire dalle sue origini greche. Le dimensioni del mondo si ampliarono continuamente, anche se con diversa intensità a seconda dei periodi, grazie ai viaggi e alle spedizioni legati a motivazioni
Ancor oggi si fa risalire comunemente la scoperta dell’America nel 1492, quando il continente era già abitato da antichissima data. Nella storiografia occidentale il concetto di scoperte commerciali, politiche, militari, talvolta religiose o puramente esplorative e scientifiche. Tra il secondo e il primo millennio a.C. i navigatori avevano messo in comunicazione le coste dei mari Mediterraneo, Nero e Rosso. I fenici avevano già superato le “colonne d’Ercole” dello stretto di Gibilterra e viaggiatori del primo millennio a.C. si avventurarono lungo le coste atlantiche dell’Africa. Le spedizioni di Alessandro Magno nel IV secolo a.C. aprirono un’era di viaggi che incrementarono le conoscenze dei continenti asiatico e africano con frequenti navigazioni nell’Oceano Indiano.