Stati Uniti d'America 1960: la grande mela tra i diritti civili e JFK. sept.2013 | Page 5

violazione da parte dello spazio di uno stato sovrano e chiede ufficialmente le scuse di Washington e le assicurazioni affinché il fatto non si ripresenti in futuro. Eisenhower, consapevole della posizione critica in cui è coinvolto e sotto gli occhi della comunità internazionale, si impegna a sospendere qualunque volo-spia, senza però presentare scuse ufficiali. Il clima è tornato ancora più teso di qualche anno prima. Chruscev nel corso dell'assemblea dell'ONU nell'ottobre del 1960 accusa di “banditismo” gli Stati Uniti colpevoli delle violazioni dei diritti internazionali. Rimane alla storia il famoso gesto ripreso da tutte le televisioni del mondo in cui si toglie una scarpa e la batte sul tavolo in segno di protesta contro i delegati statunitensi che rivendicavano libertà per i popoli sotto l'Unione Sovietica. Parallelamente alla politica estera, anche la politica interna trova tematiche importanti e cruciali nella storia americana e non solo. Il problema razziale cresce e trova il massimo apice di tensione proprio in questi anni. Dopo la fine della guerra molti stati adottarono leggi di discriminazione razziale (Leggi Jim Crow)3, segregazione razziale e promuovendo l'accezione di cittadini di seconda classe per gli afro-americani. I cittadini afro-americani vivono la loro situazione con un costante stato di terrore. Nel sud del paese la discriminazione è ancora più marcata dei rispettivi stati del nord. Il linciaggio nel sud è praticamente tollerato e le autorità non puniscono 3 Per leggi Jim Crow s'intende tutta una serie di provvedimenti legislativi volti ad impedire l'integrazione, come per esempio il divieto di mescolanza razziale attraverso la proibizione dei matrimoni tra bianchi e neri Mike Marquesee, Wicked Messenger. Bob Dylan e gli anni Sessanta, trad. S. Pezzani, Il Saggiatore 2010