Stati Uniti d'America 1960: la grande mela tra i diritti civili e JFK. sept.2013 | Page 2

maniera più energica. Non vi è più la linea del conteinement suggerita da Truman1, bensì viene attuata la dottrina della cosiddetta rappresaglia massiccia, voluta in prima persona proprio da Dulles e mira ad una “liberazione” dall'ideale comunista e una conseguente ritarata dalle postazioni strategiche da parte dei sovetici. Questo piano, al contrario della visione di isolamento trumaniana, sfrutta la vasta superiorità dell'arsenale atomico americano e la loro abilità nello spionaggio. Questo clima di tensione e di crescente paura, oltre che coinvolgere le sfere alte del potere statunitense, si riflette chiaramente sulla società americana. Ad alimentare questa red scare vi è il fenomeno del maccartismo, emerso già precedentemente durante la presidenza di Truman e affermatosi durante le presidenze Eisenhower. Il maccartismo prende nome dal senatore del Wisconsin ,Joseph McCarthy, il quale nelle sue accuse di continue ed intense infiltrazioni comuniste nella società statunitense e nella sua classe dirigente, accusava anche ambienti dell'esercito di essere sotto influenze sovietiche. Riporto qui un breve passo di un editoriale pubblicato sul New York Times su come questo fenomeno prese piede in quel periodo : “L'invasione dei diritti della persona, gli attacchi irresponsabili contro individui e istituzioni, il dispregio delle leali procedure democratiche, la rovina senza scrupoli della fiducia reciproca tra i cittadini di questa nazione, il terrore degli onesti funzionari statali – ecco quali sono gli ingredienti del maccartismo. E' la distruzione delle relazioni costituzionali tra gli uguali rami del nostro 1 I princìpi esposti nella dottrina Truman contribuirono a creare negli Usa un clima di isterismo anticomunista che portò all'esplosione del maccartismo e condizionò pesantemente le scelte di politica estera, oltre che interna, statunitense. La politica di containment istituzionalizzò quella che era stata definita nel 1946 da Churchill la "cortina di ferro", cioè la linea di separazione che dal Baltico all'Adriatico divideva i due blocchi irrigidendo le posizioni. D.F. Fleming, Storia della guerra fredda (1917-1970), Feltrinelli, Milano 1964.