è completamente digiuno da ogni conoscenza o interesse in campo militare. I primi schizzi furono quindi molto lontani da quello che io avevo in mente. Decisi di porre dei paletti: stabilii uno stile “manga” per le ombre che dovevano essere semplici e stilizzate in modo da poterle dipingere ad aerografo, un volto volitivo e grintoso, gli occhi di mia figlia (che, non per niente, si chiama Diana) una dea giovane e sexy che ricordasse più le pin up di Vargas più che l’iconografia classica. Con questi parametri Marco arrivò a schizzare il primo bozzetto su un ritaglio di carta piccolissimo: era magnifica, da subito capii che sarebbe stata vincente! Chiaramente avevo fatto i conti senza l’oste: nessuno sapeva del mio progetto e non sapevo proprio come fare per presentarlo in base. L’amicizia con il Cap. Luca Borrettaz del GEA mi fece fare un passo avanti e il 31 marzo 2010 mi recai in base con un canovaccio da stendere sulla coda e presentarla al personale. Alle 9:44 mi sentivo in paradiso perché l’accoglienza del personale GEA e Lockheed-Martin fu grandiosa, poco dopo però arrivò la doccia fredda: il Gruppo non approvava, avevano già un loro progetto e ci avrebbe pensato il grande Maffessanti a realizzarlo. Ringraziai il Comandante di Gruppo e gli offrii il bozzetto per realizzare almeno i pass per l’ ingresso alla manifestazione “Con la Diana sul petto” che si sarebbe tenuta il 16 aprile, poi tornai a casa convinto che sarebbe finito tutto lì. In quei quindici giorni accadde di tutto e di più, difficile ricostruire ogni evento, anche perché io a Riccione ricevevo le notizie con il contagocce. Sta di fatto che un gruppo di sottufficiali, in primis, il Maresciallo Maurizio Mauro, presero a cuore il mio progetto e fecero le giuste pressioni perché potesse essere realizzato, in fondo la manifestazione si sarebbe chiamata “con la Diana sul petto” come si faceva a non rappresentare la dea? Dallo SMA arrivò l’autorizzazione a realizzare uno Special intero più una coda: c’era quindi spazio anche per il mio progetto, bisognava solo vincere le ultime resistenze da parte del Gruppo che mi chiese di eliminare i Veltri, modificare i colori e di girare (sul lato sinistro) l’immagine della Diana per far sì che la freccia puntasse in alto. Per una strana coincidenza della vita proprio in una di quelle sere venne a trovarmi il Prof. Leonardo Ferrazzi, un altro grande artista realizzatore di numeri Special Tiger. Ne uscì una bella cena con tanti consigli utili su come realizzare il progetto, come portarlo dalla carta all’alluminio. A soli sei giorni dalla data di consegna ebbi finalmente la conferma che l’appalto era mio, a patto che avessi rispettato i tempi. Mollai quindi il lavoro per precipitarmi a Cesena con Maurizio per ordinare il materiale; uno guidava e l’altro telefonava per convocare una squadra di indispensabile collaboratori: Guido Brandolini partì quella sera stessa da Barletta, Massimo Stagni da Bologna, Daniele Gulinelli da Faenza, Gianfranco Borghini da Rimini, Ivo Arlotti da Cesena e mia moglie da Riccione. Personalmente non avevo mai dipinto nulla più grande di un modellino in scala 1/48, l’aiuto di questi grandi amici mi fu quindi indispensabile, come pure quello dei Marescialli Fabio Capoccia e Massimiliano Ferrara, che conoscemmo in base il sabato mattina e vennero a completare lo Special team. Devo poi ringraziare l’amico Ugo Crisponi che, lavorando tutta la notte, riuscì a farci avere le Squadron print in tempo per la manifestazione, la vendita dei poster e delle patch fu infatti essenziale in quanto ci permise di autofinanziarci. Lavorammo oltre dieci ore al giorno dividendoci compiti e mansioni – io mi riservai di aerografare la dea con uno strumento per modellismo – e per le 20 del 15 aprile riuscimmo a finire parcheggiando l’MM7236, appena lavato, nel suo shelter. La mattina dopo fu una gran festa rovinata solo dal cattivo tempo e dal risveglio del vulcano islandese ma resterà comunque come il giorno più emozionante della mia vita. Hai visto avverare un tuo sogno, hai altre ambizioni per il futuro? Il 5°Stormo è in posizione quadro e con lui anche io mi sono in un certo senso ritirato. Però nella vita non si sa mai cosa può capitarti se sai cogliere le occasioni giuste: quest’anno, ad esempio, i piloti del 323 Sqn della Klu (n.d.r. la Koninklijke Luchtmacht, l’aeronautica militare olandese) hanno voluto onorarmi utilizzando il disegno della mia Diana per realizzare la loro Special Tail del 65°anniversario ed il mio cuore è tornato a pulsare come allora. DIANA FOREVER!
Paolo e Camilla cominciano a ricalcare con le matite a 4 metri di altezza. (foto M. Stagni)
Pierpaolo aerografa l’arco della Diana, mancano ancora i dettagli del volto ma per il resto l’opera è quasi termin
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Spotters Magazine