Mondo Pizza • I protagonisti / Alessandro Condurro • Da Michele in the world
La pizza come imprenditoriale miracolo
A destra:
Alessandro Condurro, Ceo di Da Michele in the world.
In basso: il locale di Porta Romana, a Milano.
Nata quasi per caso, l’ attività in franchising di Da Michele, la storica pizzeria di Napoli, è diventato un business di successo. Merito di un’ organizzazione ferrea, gestita da Napoli. Ne parliamo con Alessandro Condurro, CEO de“ L’ Antica Pizzeria Da Michele in the world”.
Di Atenaide Arpone Foto: Courtesy of L’ Antica Pizzeria Da Michele
No. Stavolta San Gennaro non c’ entra( o forse sì …). Sta di fatto che L’ Antica Pizzeria Da Michele non è più solo“ la pizzeria” per eccellenza di Forcella e di Napoli. Da qualche anno è un brand esportato in oltre 80 Paesi. Un’ avventura imprenditoriale non cercata, anzi, nata quasi per caso, dall’ insistenza di quello che poi sarebbe diventato il socio giapponese: voleva riprodurre Da Michele in Giappone ed è stato accontentato grazie all’ estro e alla solida cultura economica di Alessandro Condurro. A lui, che abbiamo incontrato in occasione dell’ inaugurazione del secondo locale di Milano, abbiamo chiesto come sia stato possibile per una storica pizzeria tradizionale, diventare un brand mondiale senza perdere la propria identità.
Come si mantiene l’ identità di un prodotto così iconico e storico quando si devono seguire 80 punti vendita in tutto il mondo e una linea dedicata in gdo? « In effetti è una bella sfida, a differenza di altre catene di pizzerie che nascono come brand e poi si trasformano in catene, noi abbiamo fatto il percorso inverso: nasciamo come pizzeria tradizionale napoletana che sta a Forcella dal 1870 ed è famosa in tutto il mondo. E la difficoltà sta proprio in questo: siccome eravamo già famosi in tutto il mondo, sapevamo che, affacciandoci sul mercato estero, sarebbe scattato immediatamente il paragone con il locale storico. Occorreva che il prodotto fosse dello stesso livello ».
E come avete fatto? « Per fare in modo che il prodotto fosse sempre lo stesso, due sono i fattori fondamentali: il primo è la trasmissione del know-how. Ci siamo strutturati con una squadra di sei tecnici che girano in tutte le sedi del mondo facendo formazione al personale delle varie edizioni sono loro che seguono le start-up dei locali e non solo. Seguono i negozi e fanno degli audit periodici per verificare che a Milano, Dubai, Tokyo e via dicendo, lo standard di qualità sia sempre lo stes-
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