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Chiese deturpate in Francia

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Gazie a M. Hortefeux per aver dato, anche a questi eventi rivoltanti più visibilità, visibilità perduta soprattutto (come ricorda Mons. Dubost), dalle dichiarazioni affrettate e di minor impatto di una tomba ebrea o musulmana. Speriamo che questa risoluzione non sia un colpo di spada in acqua…

Il 29 ottobre, è il compito di un altro vescovo, Mons. Marc Aillet, vescovo di Bayonne, dichiarare: “Informato dal P. François Mata, nuovo parroco della parrocchia di Santa Maria di Billère, della profanazione avvenuta venerdì 22 ottobre 2010 nella Chiesa di San Lorenzo de Billère, dove il tabernacolo della Chiesa è stato forzato e le ostie consacrate sparse a terra, voglio partecipare ai fedeli della diocesi, il mio profondo stupore e indignazione. All’apparenza, nessun luogo di culto oggi è al riparo da tali azioni. Nel 2009, la molto ufficiale “Missione Internazionale di vigilanza e di lotta

contro i movimenti settari” (Miviludes), elencava 226 atti di profanazione, di cui 216 anticristiani, 6 antimusulmani e 4 antisemiti. In altri termini, più del 95% delle profanazioni censite nel nostro paese, riguardano luoghi di culto o cimiteri cattolici, e questi non fanno altro che aumentare di anno in anno. A tal riguardo, non posso astenermi di interrogarmi sulla responsabilità morale di certi media che intrattengono, nella società francese, un clima anticattolico particolarmente malsano, e passano quasi sotto silenzio gli atti di profanazione o di vandalismo quando questi non hanno per obiettivo i nostri fratelli ebrei o musulmani. Le autorità pubbliche e le organizzazioni antirazziste, hanno compreso a sufficienza la gravità di tali profanazioni, che per la maggioranza sono un obiettivo antireligioso e anticristiano a proposito del quale non possiamo restare in silenzio?”

Questa denuncia si unisce a quella di Bernard-Henri Lévy, intellettuale francese, sul quotidiano spagnolo ABC: “Non sono cattolico, ma credo ci siano dei pregiudizi, oltre un anticattolicismo primario che prende delle proporzioni enormi in Europa. In Francia, si parla molto di violazione dei cimiteri ebrei e musulmani, ma nessuno sa che le tombe dei cattolici sono profanate abitualmente. Esiste una specie di anticlericalismo in Francia che non è sano in assoluto. Abbiamo diritto a criticare le religioni, ma la religione più attaccata oggi è la religione cattolica […], molto più dell’Islam. Sul terreno intellettuale, si prende la difesa dei musulmani, dei cattolici, molto meno”.

Questa è solo una breve descrizione degli atti ostili commessi contro la Chiesa cattolica nel nostro paese. È certo, sono il primo a farlo, che non si parla abbastanza di numerose quasi sotto silenzio gli atti di profanazione o di vandalismo quando questi non hanno per obiettivo i nostri fratelli ebrei o musulmani. Le autorità pubbliche e le organizzazioni antirazziste, hanno compreso a sufficienza la gravità di tali profanazioni, che per la maggioranza sono un obiettivo antireligioso e anticristiano a proposito del quale non possiamo restare in silenzio?”

Questa denuncia si unisce a quella di Bernard-Henri Lévy, intellettuale francese, sul quotidiano spagnolo ABC: “Non sono cattolico, ma credo ci siano dei pregiudizi, oltre un anticattolicismo primario che prende delle proporzioni enormi in Europa. In Francia, si parla molto di violazione dei cimiteri ebrei e musulmani, ma nessuno sa che le tombe dei cattolici sono profanate abitualmente. Esiste una specie di anticlericalismo in Francia che non è sano in assoluto. Abbiamo diritto a criticare le religioni, ma la religione più attaccata oggi è la religione cattolica […], molto più dell’Islam. Sul terreno intellettuale, si prende la difesa dei musulmani, dei cattolici, molto meno”.

Questa è solo una breve descrizione degli atti ostili commessi contro la Chiesa cattolica nel nostro paese. È certo, sono il primo a farlo, che non si parla abbastanza di numerose persecuzioni ai dani dei cattolici nel mondo, ma non è il tempo anche di guardare cosa accade in Europa, nei nostri paesi sempre più decristianizzati. È inquietante vedere che il cardinal Péter Erdo, vescovo di Eztergom-Budapest e presidente del Consiglio della Conferenza episcopale d’Europa (CCEE), ha annunciato la creazione di un Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione dei cristiani in Europa, che “non vuole essere uno strumento di