Showroom Giu/lug 2025 | Page 36

osservatorio

Tabella 8: Frequenza di aggiornamento della strategia di comunicazione
Ogni anno
Ogni due / tre anni
Ogni tre / cinque anni
Ogni cinque anni o più
Quando opportuno e senza regolarità
Non saprei
Non investiamo in comunicazione
0,0 %
0,0 %
4,7 %
3,5 %
10,6 %
35,3 %
45,9 %
0 % 10 % 20 % 30 % 40 % 50 %
Tabella 9: Complessità relative all’ investimento in comunicazione- possibili più risposte
I costi impegnativi Capire lo strumento più adeguato a …
Individuare i giusti professionisti Monitoraggio risultati non semplice
Gestire i contatti della comunicazione Nessuna complessità
Non saprei Non investiamo in comunicazione
Altro
4,7 % 2,4 % 2,4 % 1,2 %
17,6 %
29,4 %
29,4 %
25,9 %
51,8 %
0 % 10 % 20 % 30 % 40 % 50 % 60 % ha indicato di azzardarsi a fare piani o strategie su un orizzonte più ampio ovvero sui tre anni o oltre i cinque anni. È comprensibile e per certi versi condivisibile alla luce dei continui mutamenti delle condizioni del mercato e della mutevole propensione all’ acquisto da parte dei clienti, sicuramente influenzata anche dalle recenti agevolazioni legate ai bonus. C’ è anche una consistente percentuale che non si preoccupa di rivedere sistematicamente la propria strategia di comunicazione preferendo dedicarci tempo attenzione quando in azienda lo si ritenga opportuno, quindi senza regolarità. Vale in questo caso quanto visto in precedenza in relazione ai tempi e alle modalità con cui si definisce l’ investimento in comunicazione. È sempre più importante considerare l’ investimento in comunicazione in termini continuativi definiti sulla base di obiettivi chiari che non possono essere raggiunti nel brevissimo termine e su questa base va valutato bene il parametro di“ opportunità” e“ regolarità” con cui definire o rivedere la propria strategia comunicativa.( Tabella 8)
COMUNICAZIONE E COMPLESSITÀ Malgrado vi sia, come evidenziato proprio da questo Osservatorio, una rinnovata propensione delle aziende del settore del serramento a investire in comunicazione, sono sempre evidenti alcune complessità e perplessità quando poi nel concreto vanno destinate somme anche importanti allo sviluppo di tali attività. In questo senso gli showroom che hanno partecipato all’ indagine indicano, con il 51,8 % delle risposte, come principale complessità nell’ affrontare l’ investimento in comunicazione, quello di capire quale sia lo strumento veramente più adeguato alla propria specifica realtà. In effetti gli strumenti sono diversi, ma diversi sono anche gli obiettivi che ogni strumento di comunicazione può permettere di raggiungere. In questo caso, diventa importante, soprattutto quando si collabora con un’ agenzia di comunicazione, avere ben chiari gli obiettivi e definirli ai propri interlocutori in una prima fase di briefing. Il 29,4 % dei rivenditori intervistati indica, a pari merito, come seconda complessità nell’ affrontare le decisioni di comunicazione, sia quella dei costi impegnativi, sia quella di saper trovare le professionalità più adeguate alla propria esigenza comunicativa. Il 25,9 % mette, invece, in evidenza il tema della gestione dei contatti. Come visto anche in precedenza le soluzioni di comunicazione digitale sono in grado di fornire allo showroom elevatissimi risultati in termini di contatti, contatti però che vanno gestiti correttamente anche attraverso l’ attuazione di corrette“ scremature” per capire se si avrà a che fare con clienti pertinenti o semplicemente curiosi. Aspetto spesso non semplice da attuare. Una percentuale minore e pari al 17,6 % mette in evidenza anche un altro tema di complessità nella decisione di investimento in comunicazione, ovvero quella di capire se il denaro investito si stia effettivamente traducendo in beneficio commerciale per lo showroom, aspetto questo che può essere affrontato con un attento monitoraggio, sia attraverso l’ utilizzo di soluzioni tecniche che le campagne di comunicazione digitale permettono ampiamente di sfruttare, ma anche dando vita ad un più specifico processo di ingaggio con il cliente che non si limiti a porre domande sul prodotto desiderato, ma a riesca a fare emergere in modo corretto quale sia la genesi della prima visita o del primo contatto da parte del cliente e se possa quindi essere attribuibile alle azioni di comunicazione effettivamente messe in campo dallo showroom.( Tabella 9)
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