ANNI approfondimenti
UNA POSSIBILE RETRO-EVOLUZIONE
C’ è una storia della finestra che racconta l’ abitare più dei suoi caratteri estetici e tecnologici. Nella ricerca di nuove leve favorevoli per una relazione fidelizzante con il cliente, re-immaginare un ruolo tridimensionale per un oggetto ridotto alla bidimensionalità costituisce un forte elemento di dialogo. Fino a oggi completamento trascurato
A cura della redazione
La finestra segna il passaggio tra due ambienti. A differenza della porta, il suo valore di soglia perde la connotazione del limite da un ambiente noto a un altro altrettanto conosciuto e intuibile; definisce, infatti, la dimensione dell’ e- sterno, in qualche misura, dell’ ignoto, perché soggetto a cambiamento. La finestra aperta affaccia su un mondo differente per la percezione umana, sia fisica- vista, olfatto, acustica, tatto, temperatura, ecc.- sia per emotiva, perché lo scenario è mutevole. Le porte lasciano poco spazi all’ inaspettato e alle sorprese, le finestre aprono, ogni giorno, a panorami potenzialmente differenti. La finestra può essere ottica, dimensione di esplorazione, un modello di abitare verso mondi differenti; può essere architettonica, volto dell’ edificio, nel passato( ma anche oggi talvolta), segno di potere.
Wind from The Sea( 1947) di Andrew Wyeth Poste
LA FINESTRA DA OGGETTO A SOGGETTO Il grande architetto Louis Kahn affermava che la finestra fosse“ una stanza privata entro una stanza”. Con una forte attribuzione di luogo spaziale, sociale, facendo riferimento alla porzione intorno alla finestra, unica area, nei grandi edifici del passato, dove si poteva trovare solitudine o comunque intimità. Ciononostante, lo spazio intorno alla finestra è stato negato negli ultimi ottant’ anni per differenti cause: l’ evoluzione tipologica dell’ edificio, l’ assoluta necessità di case, nella fase del dopoguerra e, successivamente, i nuovi parametri di abitare guidati dalla messa a valore immobiliare di ogni minima porzione. La finestra è stata luogo ideale per la lettura; la sua profondità era tale da poter allocare oggetti d’ arredo( panche, scrivanie), addirittura gli sguinci laterali potevano essere allestiti come librerie. Come dicevamo, il mutamento strutturale dell’ edificio rende tipologicamente anacronistica la ripresa del modello storica della finestra abitata, tuttavia si può immaginare di proporre, coerentemente con la distribuzione spaziale dell’ alloggio, una finestra“ allestita”. Se l’ outdoor sta provando a estendersi alle logge e ai balconi, minuscoli spazi esterni agli edifici, fino a non molto tempo fa relegati a depositi domestici, allo stesso modo, si può immaginare un nuovo trend indoor legato al serramento. E così come l’ outdoor viene prevalentemente gestito dal rivenditore, non sempre in coordinamento con l’ architetto, allo stesso modo l’ indoor come alter ego della nuova tendenza sugli spazi esterni può e deve essere nuova competenza del rivenditore di serramenti. Almeno in una fase propositiva, accattivante e che faccia scattare il desiderio di un ulteriore benessere che è diritto del cliente ottenere.
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