SHINY MAGAZINE ITA 0 | Page 40

Morjana Alaoui è molto brava e affronta un ruolo abbastanza scomodo con professionalità e con disinvoltura. Si consideri che Pascal Laugier ha avuto serie difficoltà a trovare le due attrici protagoniste. In un’intervista egli ha infatti dichiarato che la maggior parte delle attrici a cui aveva proposto il ruolo, dopo aver letto il copione, ha rifiutato con sdegno, alla stregua di un film pornografico. Addirittura anche il produttore Richard Grandpierre, generalmente desideroso di lanciarsi in progetti dallo scandalo facile, aveva reputato il copione di Martyrs troppo duro, salvo poi ricredersi ed accettare. Il resto del cast artistico è perfettamente funzionale e credibile. Pascal Laugier è un accanito estimatore del cinema dell’orrore italiano, in particolar modo di quello degli anni sessanta, settanta. Egli ha sempre dichiarato di considerare come proprio maestro Dario Argento, al quale ha dedicato questa pellicola. Martyrs è un film che merita almeno due visioni, poiché di primo acchito lo spettatore, inondato dalla violenza psicologica e visiva, potrebbe perdersi molto di ciò che questa pellicola offre. L’occhio di Laugier mostra empatia e pietà per le sue protagoniste e, invece, non offre nessuna pietà allo spettatore che si troverà trascinato all’interno di una storia crudele, desolante e senza nessuna speranza. Quello che resta alla fine è una profonda tristezza, un senso d’impotenza e di angoscia, perché Martyrs prima di tutto è un film che racconta la sofferenza dell’essere umano. Non si tratta di un film che vuole spaventare o far paura nel senso più blando del termine; è un film che fa male! Non ci sono vie d’uscita, non c’è speranza, quello che resta è il filmino di due belle ed ingenue bambine che giocano fra loro, ignare della sorte che le attende. Un filmino che apre e chiude quest’opera di Laugier. Un’infanzia perduta, due vite violate, due esistenze rubate. Tutti siamo in balia della violenza. La sofferenza, l’agonia, il dolore, la sopraffazione sono ovunque e chiunque un giorno può riscoprirsi vittima. Non c’è nessuna giustificazione per i mali che le protagoniste sono costrette a vivere. Il solo barlume di speranza potrebbe paradossalmente risiedere nella risposta alla ricerca condotta dall’Organizza 饽