l’impatto visivo di un corpo scorticato.
Egli ancora una volta va al di là della
mera apparenza.
La pelle che ricopre il corpo umano
è l’ultimo confine di separazione fra
l’uomo e il mondo che lo circonda.
Si tratta di un organo protettivo, un
organo di difesa dell’individuo.
Dal momento in cui è decorticata,
Anna non ha più niente. Le ferite si
rimarginano, i lividi si riassorbono,
le ossa si rinsaldano, ma la pelle non
ricresce. Anna ormai è in balia dei
propri aguzzini. Ormai appartiene
completamente a loro. E’ privata anche
del diritto alla morte. Non c’è nessuna
speranza di salvezza, non ci sono
vie d’uscita. Se la penetrazione può
apparire come un’invasione del mondo
esterno nell’intimo del corpo di una
persona, la decorticazione equivale ad
aprire l’individuo al mondo esterno,
a metterlo completamente a nudo e
senza nessuna difesa. Il mondo esterno
si è impossessato completamente
e definitivamente dell’individuo. In
senso più lato essa consiste anche
nella perdita dell’individualità e nella
depersonificazione dell’essere umano,
il cui corpo si riduce ad un meccanismo
che può essere smontato e manipolato a
piacere.
Aver cominciato l’analisi partendo dalla
violenza non è stata una scelta casuale
anche se naturalmente nel film la
progressione narrativa consiste anche
in una progressione della violenza.
Nel primo e nel secondo atto del film,
infatti, Laugier mostra al pubblico gli
effetti di quelle violenze che Lucie ha
subito e che Anna vivrà soltanto nel
terzo ed ultimo atto.
Nel primo atto Lucie sembrerebbe
la sola autrice di violenza, ma anche
questo è un inganno voluto e calcolato
dal regista.
Lucie non è libera nelle scelte e nelle
proprie azioni. E’ vero che stermina
una famiglia ed è anche vero che è una
ragazza malata di mente, che potrebbe
aver massacrato una famiglia innocente,
IT’S SHINY
36
MAGAZINE
ma qui non interessa entrare nel campo
assiologico delle azioni di Lucie, bensì
interessa sapere che cosa le ha causate.
E la risposta è semplice: le violenze di
cui è stata vittima da bambina. Non
è semplicemente vendetta quello
che Lucie va cercando. Lei ricerca
l’espiazione per una colpa che in realtà
non le è neppure imputabile.
La creatura, che Lucie vede e che la
perseguita fin da quando è bambina,
naturalmente è una sua proiezione
mentale. E non cada in inganno
lo spettatore nel pensare che la
prevedibilità di tale soluzione sia un
errore sfuggito a Laugier in sede di
sceneggiatura.
Fin dalla prima comparsa della creatura,
infatti, il regista suggerisce al pubblico
la vera essenza di questo mostro.
La creatura altro non è che il senso di
colpa di Lucie. Essa ha il volto tumefatto
di un’altra donna martoriata che Lucie
ha visto, quando da bambina è riuscita a
fuggire, e che non ha avuto il coraggio di
liberare. E’ infatti palese che se Lucie