I minuti finali di Fast & Furious 7
omaggiano Paul Walker in una maniera
che, nel contesto assolutamente grezzo
che è quello della serie, riesce ad essere
toccante, sincera, elegante, delicata.
E ne viene fuori un momento
completamente assurdo, una sorta trip
metalinguistico in cui il settimo episodio
di una saga cinematografica saluta
l’attore più presente lungo i vari capitoli
allontanandone il personaggio senza
ucciderlo, ma in fondo accettandone
la morte. Si parla di Paul Walker e se
ne omaggia la vita mettendo in realtà
a schermo quella di Brian O’Conner,
quindi di un essere umano che la cui vita
è durata appena le centinaia di minuti
raccontate nel giro di sei film.
Il montaggio saluta Brian, ma negli
occhi di Dom e nelle sue parole si legge
invece la sofferenza di Vin Diesel e il
gruppo su quella spiaggia sta salutando
il Keanu Reeves del discount che li ha
accompagnati lungo tutta questa serie
di bizzarri, assurdi, sconclusionati film.
nell’adattarsi a una vita “normale” e nel
rinunciare al brivido dell’azione.
È un corto circuito assurdo, toccante,
che in un certo senso percorre tutto
il film ben oltre quelle immagini
conclusive e finisce per rappresentare
l’unica vera traccia drammatica di
peso che regga davvero per quei
centotrentasette minuti.
Finisce per fagocitare tutto il resto e
non per reale forza propria, ma per
tutti i significati che inevitabilmente
ci applichi mentre guardi il film. Ed è
di fondo l’unico motivo per cui Fast &
Furious 7 riesce a conservare un pizzico
di quel coinvolgimento emotivo che ha
sempre rappresentato l’anima forte
della serie e qui lascia invece un po’
troppo spazio al casino totale, sempre
e comunque, sparato a mille e urlato
fortissimo.
La vendetta di Deckard Shaw, lo
scontro della famiglia contro la famiglia,
aveva il potenziale per essere qualcosa
di molto più forte, nel contesto della
serie, ma viene sfiorata a malapena.
Il zuccheroso tira e molla fra Lettie e
Dom dovrebbe essere un po’ la spina
dorsale del film, ma finisce per essere
sacrificato. Quel che davvero passa
in primo piano, e che probabilmente
in origine non avrebbe dovuto farlo,
perlomeno non più di quanto l’avesse
fatto già nel sesto episodio, è il conflitto
vissuto da Brian, la sua difficoltà
IT’S SHINY
26
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Può sembrare assurdo perder tanto
tempo a chiacchierare di storia e
coinvolgimento per una serie che li ha
sempre utilizzati come pretesto per
fare altro ma, di nuovo, in fondo la forza
di Fast & Furious, uno dei motivi per
cui continua a funzionare tanto, sta
anche nella capacità di spingere su quel
pedale, di dare perlomeno l’impressione