- Siamo tutti d’accordo? - SI! - Avanti gnomi... alla riscossa... giacchetta rossa, giacchetta
rossa... Ad un tratto, nella cantina, si fece un silenzio imbarazzato.
- C’è un problema. - disse Life - A me, gli adulti sembrano
tutti uguali. Come facciamo a riconoscere gli scrittori? - Ve lo spiego io. - sentenziò Gerry, saccente e sicura - Li riconosceremo perché hanno lo sguardo sempre perso altrove.
Hanno le stelle negli occhi e il sole nelle mani. Sanno fare
magie. Possono farti ridere o piangere mescolando le parole,
come i prestigiatori ti incantano mescolando le carte. Usano
la biro come un mago usa la bacchetta magica, creando atmosfere incantate o scenari bui e tristi, a seconda dell’umore. - E poi? Cos’altro fanno? - incalzò Benny.
- Sanno vedere oltre. Ovunque si trovino. Qualunque cosa
stiano facendo, loro sono già oltre, nei loro sogni. - Tipo? - Vedono un vecchio copertone e ti raccontano di un pilota di
rally perduto nel deserto, salvato da una carovana di nomadi sui cammelli. Toccano un pezzo di tela e vedono i velieri
dei pirati attraversare il mare in tempesta, in cerca di una
nuova battaglia. Trovano un fazzolettino usato e inventano una storia d’amore struggente in cui una bella sivigliana
piange per il fidanzato torero morto nell’ultima corrida. Per
loro, qualunque spunto è proprio quello che cercavano per
un racconto nuovo. Hanno la magia nel sangue e l’elettricità
nella punta delle dita. - Ci sono dei test, per riconoscerli? - domandò Charly.
- Come, no? Te ne faccio uno. La vedi la neve, qua fuori? -
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