SB Storie Bizzarre Speciale di Natale | Page 57

faccenda non mi preoccupò più di tanto. Anzi, mi divertiva e pensavo fosse un modo come un altro per esorcizzare la sua fobia. Un giorno la osservavo, la mia mente persa altrove, il suo sguardo fisso sulla porta, quando saltò giù dalla sedia gridando - Avanza! Avanza! - e solo dopo un paio d’ore riuscii a calmarla e a farmi raccontare quale strano fenomeno l’avesse spinta a comportarsi in maniera così irrazionale. Mi spiegò allora che quel buio, oltre ad essere palpabile, aumentava nel tempo di volume! Era cioè convinta che si stesse espandendo, e per avvalorare la sua tesi mi raccontò di aver contato solamente dieci scalini, mentre affermava che il mese precedente ve ne fossero almeno dodici. Da allora, ogni mese che passava vedeva sempre meno scalini... La portai da uno specialista e da quel giorno ogni scalino in meno che contava era una dose in più di sedativo. Cominciai a pensare a cosa sarebbe successo quando di scalini non ne sarebbero rimasti più. Forse è questa la pazzia: guardare il buio della cantina e contare ogni giorno uno scalino in meno. Divenne così impossibile farle attraversare quella porta, anche in quei giorni in cui non potevo andarci di persona perché costretto a letto. L’inverno imperversava. Faceva freddo. Il carbone aveva smesso di bruciare. Era necessario che qualcuno ne aggiungesse dell’altro, ma quella stronza non aveva intenzione di scendere in quella fottutissima cantina. Mi imbottiva di medicine, nella speranza di accelerare la mia guarigione, e si metteva a frignare. 57