cada proprio ora, magari sopporterà la fame per un altro po’.
È un problema in un certo senso lontano, non riguarda lo
stretto immediato.
Infatti, era ancora legato a quella sedia. Era passata un’ora.
Forse due.
Dovette ammettere che i suoi progressi non erano tanto rapidi.
Avrebbe convinto Simone ad avvicinarsi al sacco? Magari
sarebbero bastati un altro paio di passi. Se il sacco si fosse
accorto della sua presenza avrebbe potuto saltare nella sua
direzione e ghermirlo. Aveva già visto succedere una cosa
del genere, sapeva che il sacco, all’occorrenza poteva anche
saltare. In fondo, i preferiti di quei sacchi erano i bambini.
Willy se lo augurava.
Non sia detto che questa nottata non finisca con un gran colpo di fortuna
Si sarebbe asciugato il sudore che, immaginava, scorreva copioso lungo la fronte, in mezzo alle corna, se avesse avuto
libere le zampe.
Schioccò la lingua e riprese lentamente a dire, per metterci maggior convinzione: - D’accordo, ricominciamo ancora
una volta. Magari è colpa mia, che ho sbagliato approccio.
Ma possiamo ancora chiarire questo malinteso, con un po’
di buona volontà. Ufficialmente sono la renna n. 428, ma tu
puoi chiamarmi Willy…
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