che sarebbero seguiti avrebbe pensato dopo. Un problema
alla volta, affronterò un problema alla volta.
Il suo nuovo nemico, quel ragazzetto undicenne con la frangetta, lo incalzava.
- Allora, parla. Ti vuoi decidere a parlare?
Willy decise di scegliere la strada più tosta. Non si sarebbe
mostrato debole davanti a quel moccioso.
Perciò rispose a muso duro: - Cosa vuoi sapere?
Quella domanda diretta spiazzò il suo interlocutore. Willy
se ne accorse, sorridendone compiaciuto. Dopo tutto aveva
ancora delle buone carte da giocare.
Solo, occorreva rimanere molto concentrati. Molto. E non
abbassare la guardia. Mai, o tutto sarebbe perduto. La sua
missione, la reputazione, il posto di lavoro… Tutto, forse anche di più.
Gli undicenni sono i più pericolosi, lo insegnano all’Accademia. Rientra nel particolare addestramento dell’Accademia
che aveva frequentato trattare con gli undicenni.
Perché è verso quell’età che si inizia a non credere più a Babbo Natale. Questo complica incredibilmente la vita a quelli
come Willy.
Ma il moccioso non era poi tanto sprovveduto se, come avvenne, si riprese subito, sparando a raffica:
- Per prima cosa, chi sei. E chi ti manda.
Disse, sempre continuando ad enumerare i quesiti contando sulle dita: - Cosa ci fai a casa mia, la notte di Natale, a
mezzanotte.
- Hai detto giusto, è il venticinque. Questo c’entra con quello
che sono venuto a fare. Lo vedi quel sacco lì, buttato per terra. Lo vedi per forza, è enorme. Per portamelo dietro ho un
mal di schiena eterno. Ma ne vale la pena perché, vedi, è un
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