i tuoi ninnoli e la tua colt… non mi pare ti sia rimasto altro. - Fuoco, mi serve altro Fuoco. - Biascicò quello per tutta risposta,
non accennando ad alzarsi dal tavolo.
- Piantala di dire stronzate, maledetto selvaggio! - lo riprese Bill,
colpendo col pugno il tavolo e facendo crollare pile di fiches.
Il fabbro non riusciva a concentrarsi e Kenny si pregustava anche i suoi ultimi spiccioli.
L’indiano si fece serio. - Mi gioco mia figlia, Luce di Luna. I tre lo guardarono per poi fissarsi l’un l’altro.
Fu Sheringam a parlare, mentre gli altri due scoppiavano in un
riso genuino.
- Quella squaw non ha valore, è già una donna del pueblo! Il tavolo traballava sferzato dalle risate del colossale fabbro.
PiumaGialla era sul punto di esplodere. Le vene gli pulsavano
sulla fronte come fiumi in piena e rughe profonde come canyon
si contraevano sulla fronte che pareva cuoio bollito.
Si riuscì a controllare, ripiombando nel proprio mutismo.
Quando le risa si attenuarono, fu Kenny a riportare la calma. - Ti
concederò credito, era tanto che non me la spassavo così. L’indiano sollevò lo sguardo, rinfrancato, e iniziò a biascicare
parole nella sua lingua.
- No, non serve che mi ringrazi. Giochiamo, ora. - civettò il professionista.
PiumaGialla salmodiava imperterrito.
Forse stava invocando l’aiuto dei suoi stupidi Spiriti, ma rimaneva il fatto che quella nenia infastidiva i giocatori.
Si era risollevato, il bastardo pellerossa, inanellando un paio di
mani vincenti.
Kenny si sentiva spossato, nonostante il gruzzolo davanti a sé.
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