di ogni singolo gesto possono compromettere ciò che conosciamo e aprirci una varco verso l’ignoto. - Basta indovinelli.- lo ammonì Fabian alzando il cane della
pistola.
- Nessun indovinello. Sai spiegarmi che cosa sto facendo?Il capitano lanciò un’occhiata al corpo di Adolf Hitler e vide
un circuito dentro la testa produrre una scintilla, quasi nello
stesso istante la mano destra ebbe uno spasmo.
- È morto? - Oh, credo che sia morto nel 1939, la prima volta. Quando
era ancora umano. - Adesso cos’è? - Una macchina. - Karl si passò lentamente una mano sulla
fronte per tergere il sudore. - È come un orologio, un meccanismo perfetto. E adesso deve essere riparato. - Non è umano? - Non mi hai sentito? Non è più umano da quando è morto
la prima volta. - sorrise Karl. - Poi è stato sostituito. E sono
dovuto intervenire in diverse occasioni da allora. Non è più
perfetto, a volte quando va in sovraccarico s’inceppa e si
muove in modo buffo, sincopato. - Perché è stato sostituito? Con la sua morte si sarebbe potuta evitare la guerra. - Ma questa guerra è fondamentale per il futuro della democrazia, non solo di questa nazione, ma del mondo intero. L’orologiaio fissò Fabian con intensità, come se cercasse di
leggergli nel pensiero.
- Te l’ho detto, non credo che tu possa capire. Vuoi uccidermi? - Herr Schmidt doveva eliminarti, e adesso so che doveva
farlo per evitare che tu potessi riparare il Führer. -
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