meno qualche domanda! - Perché non sei scappato quando il tuo collega è stato ucciso? - Scappato? - ripeté il capitano piccato. - Per chi mi ha preso?
Io sono un capitano dell’Abwehr non un semplice autista. - Ma non sapeva cosa stesse succedendo… - Non lo so nemmeno ora! - gridò Fabian. Poi socchiuse gli
occhi per riprendere la calma e continuò con voce più pacata. - Quando ho visto un assalitore uccidere il mio camerata
ho agito senza pensare. - Ma se non sai nemmeno chi fosse Herr Schmidt. - Come sa il suo nome? - Io so molte cose. - asserì l’orologiaio con un sorriso cordiale. - Così come so che poco fa saresti dovuto essere colto impreparato all’omicidio di Herr Schmidt. Avresti dovuto
accorgertene con un attimo di ritardo, così da alzare gli occhi al rumore dei colpi di pistola, per poi salire in macchina
in tutta fretta, mentre il collega di Füller prendeva a sparare
anche contro di te. Fuggendo ti saresti salvato e non avresti
saputo nulla. - Ma che diavolo sta dicendo? Lei è pazzo! - Ora basta, Karl. - intervenne Füller a disagio. - Non so cosa
stia facendo, ma le ricordo gli ordini. - Sono i tuoi ordini, non i miei. - Sono gli ordini del Führer! - protestò offeso l’agente della
Gestapo.
- Cosa stava facendo quando è uscito dalla macchina? - insistette l’orologiaio.
- Ma chi accidenti è lei? - tornò ad inveire Fabian. E in quel
mentre cercò di forzare i lacci muovendo i polsi dietro la
schiena, senza successo.
33