tenzionati. - Chi è l’orologiaio? Sul viso spigoloso di Herr Schmidt si aprì un sorrisetto beffardo, obliquo e contratto come se fosse costretto a rivelare
un segreto contro voglia. - Va ucciso prima che von Stauffenberg esegua l’attentato… Deve morire prima di Hitler, è
fondamentale per l’esito dell’intera operazione. Fabian rimase a fissare il camerata incapace di comprendere se stesse assistendo a un delirio in punto di morte, perché
non vi erano dubbi che Herr Schmidt fosse spacciato.
- Io non sono un sicario, - protestò Fabian - non so nulla
dell’operazione, se non che dovevo portarla in macchina… Herr Schmidt lo fulminò con lo sguardo, in un barlume di
fredda risolutezza che svelava del suo animo più di mille parole.
- Mi dica di più, - lo incoraggiò Fabian - mi dia altre indicazioni. Herr Schmidt lo agguantò per il bavero dell’uniforme. In un
ultimo spasmo lo strinse a sé, avvicinandosi come se volesse bisbigliargli un’ultima rivelazione all’orecchio. Ma ciò che
uscì dalla sua gola fu solo un gorgoglio incomprensibile. Allentò la presa e si spense contro lo stipite della porta, che si
aprì per il peso del corpo.
Almeno è riuscito a scassinarla prima di morire, rimuginò
Fabian.
Sorrise per quel pensiero cinico e assurdo, ma era sconvolto
da ciò che era accaduto e ancora di più da ciò che gli era stato appena confidato. Com’era possibile che l’uccisione di un
semplice orologiaio di campagna potesse essere importante
ai fini dell’attentato al Führer?
Fece un passo all’interno del casolare e trascinò dentro il
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