consumato dalle carezze delle mani morbide a cui si sono
aggiunti baci disperati. Sono sicura che fu perdonato. Però…
- e si fermò, guardando lo schermo che gli stava restituendo
una vicenda che i millenni avevano voluto interrare e che invece, ostinatamente, stava vincendo la sua battaglia contro
il tempo. - Però,…? - sussurrarono le belle labbra della ragazza di prima, mentre i maschi mostravano impazienza e le
studentesse erano rapite. - …però, purtroppo, il suo principe
guerriero non lo seppe mai. Non tornò, la guerra lo uccise. E
la sua Signora si disperò per tutti gli anni che Aššur?tu volle concederle. Osservate - e girò cautamente, lentamente, la
tavoletta. Una punta di luce brillò tra i segni, come un diamante illuminato dal sole del solstizio. Sparì, per riapparire
subito dopo, quando l’antico scritto trovò la posizione di prima. Era come una stella cadente, che quasi credi d’immaginare, che ti sorprende e ti meraviglia. Che ti emoziona tanto
più quanto più immediata è la sua fine. Uno stupore per un
fenomeno di un attimo, su un oggetto che proveniva da un
tempo tanto antico che sgomentava. - L’ho scoperto mentre,
sotto la lampada, osservavo questo struggente lamento. È il
dolore cristallizzato dell’antichissima principessa. È un grano di sale. Le sue lacrime secche. -
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