SB Storie Bizzarre SB N8 | Page 74

va. Sbagliando si impara e spesso si muore, data la natura “roguelike” del gioco; questo vuol dire ricominciare daccapo più e più volte. Tuttavia ogni morte non fa altro che aumentare il desiderio di migliorarsi e di riprovare con una strategia più definita ed efficace. Una volta familarizzato con la visuale dall’alto e con la semplice interfaccia, inizieremo a capire che una partita a Don’t Starve è un po’ come rivivere la storia dell’umanità con il fastforward: all’inizio saremo cacciatori-raccoglitori, sopravvivendo di bacche, carote e di qualche coniglio catturato, poi impareremo l’importanza dell’agricoltura e infine inizieremo a modellare l’ambiente circostante, andando a cercare i materiali più rari, necessari per dotare il nostro campo di nuovi comfort, aumentando così le possibilità di sopravvivenza. Naturalmente tutto questo avviene mentre confronteremo con la fame, il freddo, i mostri, la precaria sanità mentale del nostro alter-ego e le sempre presenti entità che ci faranno inappellabilmente a pezzi non appena rimarremo al buio. Insomma, Don’t Starve non è una passeggiata ma è uno di quei giochi in cui ogni partita è diversa dalla precedente e le esperienze soggettive del giocatore sono spesso meglio di qualsiasi trama. Mi sono trovato a raccontare agli amici di quella volta in cui ho prova- 74