Archon Preludio
di Marco Alfaroli
Il corridoio dell’Hangar, della stazione commerciale Taurus
era deserto. Ossian Larsson teneva sotto tiro l’entrata rimanendo coperto dietro alcune casse. Chiunque fosse entrato,
con intenzioni ostili, sarebbe finito fulminato. Dietro di lui
nella stanza, legati e imbavagliati, c’erano i due custodi; quelli incaricati di catalogare la merce: li guardò per un attimo.
- Mi dispiace, sarete liberi fra poco, quando ce ne saremo
andati. L’uomo che arrivò correva, era emozionato. L’atteggiamento
era del tipo “ce l’abbiamo fatta!”
- Siamo quasi pronti, Ossian! - urlò.
- Ma quanto ci vuole a far salire tutti? Più tempo passa e più
si moltiplicano i rischi. - Hanno le loro cose, lo sai che è gente comune, non sono
mica soldati. Soldati! Questa parola fece rabbrividire Larsson. Lui che aveva convinto tutti a seguirlo. Lui che si era preso sulle spalle
la responsabilità delle loro vite.
Lui, ora, sentiva una forte fitta al cuore. Sentiva che qualcosa
stava per andare storto e tutti, forse, sarebbero morti per
colpa sua.
No! Non doveva finire così. Era finita male per molti, per tanti che avevano dei conti in sospeso col governo, come alcuni
di loro.
Ma questa volta le cose sarebbero andate diversamente.
Il piano era stato messo giù con attenzione, non poteva fallire: era in atto una tremenda battaglia con Luyten e quasi
tutte le forze imperiali erano fuori dal sistema solare. Le po-
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