SB Storie Bizzarre SB N8 | Page 37

La luce che l’occhio non vede di Luigi Pignalosa Il buio era totale. Un’oscurità profonda e completa. Il Bosco dei Sussurri era immerso nelle tenebre di una notte senza luna. Il cielo era solo un’ombra scura contro le ancor più nere sagome degli alberi. Le foglie frusciavano al tocco del caldo vento del Sud. Tra i rami un gufo, con i suoi occhi dorati, sbirciava il sottobosco in attesa di un incauto topolino. Come ogni primavera il ruscello, sinuoso, gorgogliante d’acque gelide di neve appena disciolta, scorreva silenzioso, aggirandosi guardingo fra le tortuose radici degli alti abeti, custodi del Bosco. Ad un tratto nell’alveo del ruscello una luce, solo un lieve bagliore pulsante. Un lucore delicato e intermittente. Una lucciola nata da poco. Benché giovane, il suo splendido addome già fremeva d’amore e, nel fremere, si illuminava dello sforzo d’esistere. Ronzando la lucciola spiccò il volo allontanandosi dal suo nido umido, nei pressi del torrentello. Intorno a lei l’oscurità continuava a dominare incontrastata. Sfiorando un ramo, accostandosi ad una foglia di un cespuglio, il suo passaggio luminescente dipingeva visioni fugaci. Buio, una macchia di muffa sul terreno, buio. Buio, un intricato groviglio di rovi, buio. Buio, lo scintillio di acciaio dell’elsa di una spada, buio. La lucciola, immersa in una tenebra impenetrabile, proseguì il suo pellegrinaggio alla ricerca d’amore, invocando un compagno. Sorvolò lo stagno, sorvolò due fungaie, sorvolò una cespugliosa legnaia. L’alba la colse mentre si aggirava nei dintorni del limitare del Bosco. Stanca per la lunga notte di affannosa ricerca, atterrò sul ramo di un tronco caduto e riposò. Mitcha, figlio di Gorg, era stato svegliato dalla manata bur- 37