pito e scoperto, una seconda di seno ricoperta da una camicia di jeans ed infine il volto della sua ragazza.
- Jenna. - si mise seduto sul materasso stirando i muscoli indolenziti del suo corpo - Non ti aspettavo a quest... GRA!
- Maledetta cornacchia del diavolo! - La ciabatta stavolta
sfiorò di poco il volatile che, probabilmente spaventato, si
lanciò in volo verso l’esterno gracchiando all’aria - È impossibile studiare con questi cosi intorno! - si girò verso la bella allargando le braccia con stupore ed evidenziando i nudi
muscoli del petto che apparivano ancora più gonfi se considerati in base all’ombra proiettata dal ragazzo, generata
dalla lampada da sala che aveva in camera. Lei lo guardò maliziosa e passò la lingua sul labbro inferiore, - È strano effettivamente che una cornacchia si sia posata sulla tua finestra.
- ci rifletté alzando i grandi occhi verdi da cerbiatta. - Magari
vuol dire qualcosa, magari voleva aiutarti... - Una cornacchia? - La risposta fu immediata a tal punto da
risultare quasi fastidiosa, il ragazzo rise un’unica volta con
schiettezza e scetticismo. - Non essere ridicola, avrà pensato
che una delle mie matite fosse un verme... Lei abbassò lo sguardo verso il libro di fisica - Certo... - Assentì con la mente da un’altra parte mentre uno scoiattolo carinissimo sembrava guardarla dal bordo della finestra.
Si avvicinò al ragazzo con passo studiato mentre il sorriso
sulla faccia del giovane si allargava sempre di più arrivando
quasi a sembrare un grande spacco nella terra in un grande
deserto.
- Che dici... - si abbassò la spallina della camicia e prese il
libro dal tavolo. - Vuoi una mano per dimostrare una piacevole alternativa del paradosso di Schrödinger? -
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