volto pallido con al posto degli occhi due bracieri infuocati.
- Stai morendo - disse con voce suadente.
- Aiutami - lo supplicai, mentre dalla bocca espettoravo sangue.
- Non posso. - Allungò una mano a sfiorarmi il viso in una
carezza compassionevole. L’arto era freddo, bianco, lungo e
sottile. Innaturale. - Sono qui per reclamare la tua vita. Ero forse al cospetto della morte stessa?
- Cosa desideri di più in assoluto? - domandò poi curioso.
- Voglio vivere… desidero vendetta. - Devi scegliere. Sentivo le forze venire meno, non riuscivo nemmeno a muovere gli arti. Ma non capii la sua domanda. Come avrei potuto vendicarmi se non fossi sopravvissuto?
Così scelsi in base alla logica e risposi: - Vendetta. - Perché dovrei fare uno strappo alla regola? Riuscii ad alzare leggermente il busto e la testa. Cercai di
guardarlo in viso, ma l’oscurità non me lo permise. Forse non
l’aveva nemmeno un viso. Forse la sua esistenza era solo il
frutto del delirio, eppure volli credere che tutto ciò stesse
accadendo davvero.
- Se tu reclami le anime dei morti, io posso procurartene altre. - Con la tua vendetta. - Non era una domanda. - Non è così
semplice. Io sono solo un traghettatore. Se ti concedo una
proroga dovrai ripagarmi. Non avevo più niente da perdere, pensavo erroneamente.
Speranzoso davvero d’ingannare la morte. - Non te ne pentirai… - dissi in un roco sussurro.
- Il tuo volere sarà esaudito. - concluse la creatura. Si alzò in
piedi, solo per prodursi in un mezzo inchino irridente. - Po-
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