SB Storie Bizzarre SB N7 | Page 39

dovevamo difendere. La mia mente s’incrinò, fenditure oscure si diramarono lungo le pareti di questa nuova e fragile esistenza. Il sangue mi riempì la bocca dopo l’impatto di due proiettili da 13 mm: avevano bucato la cabina, sibilanti come serpenti a sonagli, infidi e letali. La cappa di vetro iniziò a scricchiolare e una ragnatela di crepe si ramificò sulla goccia in procinto di cedere. Il gusto del sangue divenne un aroma surreale dal sapore antico, quasi confortante. L’aria fu risucchiata all’interno dell’abitacolo quando il vetro si frantumò in un’esplosione roboante, e poi venni a contatto con il cielo, come se fossi un tutt’uno con esso. Gramaglie di velluto nero calarono sul sepolcro della mia ipocrisia: potevo essere dispiaciuto per una morte che pur vivendo non mi apparteneva? Poco prima della morte, quando la nuova transizione non si palesava ancora e l’anima soffriva di una condizione duplice e innaturale, potevo percepire chiaramente di essere solo di passaggio. Un misero destino che non mi faceva godere di molte vite e mi appagava di infinite morti. Peccato che si trattava di solo pochi attimi, non sufficienti per far riemergere il mio vero io dormiente. Mentre a stento resistevo, per ritardare il calare definitivo del sipario, boccheggiante armeggiai sui comandi nel vano tentativo di non far precipitare l’apparecchio. Prima dell’inevitabile oblio, riconobbi la familiare sinfonia dei cannoni da 30 mm dei camerati rendermi parziale giustizia. Buio, luce, buio, luce. Intermittenza. 39