Il ladro e il Menestrello
di Lorenzo Da
via
- Io non ce la faccio più. - disse il Menestrello al Ladro - Dobbiamo trovare un modo per uscire da questa situazione. Avevano cavalcato tutta la notte e ora, mentre il sole stava
sorgendo, osservavano la città dall’alto di un colle.
Pochi campi mal tenuti circondavano le mura della città, che
racchiudevano un gruppo disordinato di case. Al centro il
castello, un tozza costruzione in pietra con un’alta torre.
- Finora non ci è andata male. - gli rispose il Ladro - Siamo
ancora vivi -.
- Siamo ancora vivi, ma ogni volta potrebbe essere l’ultima disse il Menestrello.
- Siamo ancora vivi, ma ogni volta potrebbe essere la prima
- disse il Ladro.
Scesero dalla collina, attraversarono i campi e raggiunsero
la porta d’ingresso che si apriva sulle mura della città.
Una guardia si fece avanti, bloccando loro la strada.
- Chi siete? - Due viaggiatori, venuti da una città vicina - rispose il Ladro.
- Sono anni che nessuno viene dalla città vicina. L’ultima volta che due persone vennero dalla città vicina, portarono lutti e disgrazie - disse loro la Guardia.
- Anche nella città vicina, da dove noi proveniamo, giunsero
due stranieri che portarono lutti e disgrazie - disse il Menestrello.
- Erano due, e provenivano da una città vicina - aggiunse il
Ladro.
- Entrate. - disse loro la Guardia - Così ci porterete notizie di
questa città vicina. -
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