- Niente, è un tic nervoso. - Caspita, potrebbe servire per suonare la chitarra? - Magari a fare slapping sul basso, non so. Eh, eh. Le gemelle fecero qualche giro nel locale, senza smettere, però,
di confabulare e guardare dalla nostra parte. Infine decisero di
restare definitivamente a farci compagnia.
- C’è sempre la solita gente in giro. - si lamentò Chantal.
- Carino, simpatico e un po’ spastico: il tuo amichetto comincia
ad appassionarmi. - fece sapere Anais, dopo essersi ammazzata
di risa con lui tutta la serata.
- Eric è un tipo geniale, vale la pena conoscerlo. - Scopa? - Bisogna ancora inaugurarlo! Oggi compie diciotto anni: quale
occasione migliore?! - Ma va’, giura! - esclamò Anais, sorridendo da un orecchio all’altro.
- Parola di Boy scout. - Voilà, e adesso chi la ferma più quella maniaca di mia sorella?
Sarà già bagnata solo all’idea di sverginare un ritardato. - Chantal, per favore, non cominciare a fare la stronza, fai uno
sforzo per stasera. - la pregai.
- Mm, che mi dai in cambio? - Tutto ciò che vuoi. Decidi dove lo vuoi che io te lo do - A casa nostra che la tua fa schifo. Chantal non era difficile da accontentare: si metteva a pecora e
amava farsi sbattere fino all’alba. Anais era ben più fantasiosa;
visitava i siti porno estremi e prendeva buona nota.
Le gemelline erano omozigote: “con lo stesso DNA!”, ci tenevano a specificare, identiche, insomma, come due gocce d’acqua.
Quando uscivano “a caccia di vittime” come dicevano loro, si
vestivano e truccavano scrupolosamente nello stesso modo. Le
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