Li scruto mentre prendono decisioni e fanno le loro mosse nella
nube. Internet è il buco nero che ingoia il pensiero e la volontà
umana. Il sistema nervoso della globalizzazione, dove tutto gira
attorno ai soldi, al traffico illegale e alla prostituzione. Questo è
il mio inferno, il mio vizio ed io sono il feroce predatore degli
abissi.
Accendo il computer, il battito cardiaco accelera, nel tempo in
cui osservo lampeggiare le luci della connessione. Respiro a fondo, sudo freddo mentre il contatore scende a zero. Premo il return e tutto scompare: sono di nuovo nella rete. Non esiste altro
che la rete, il mio odio e l’adrenalina.
Non ricordo troppo bene che cosa succede tra una connessione
e l’altra. Tutto sfuma. Si riduce a soddisfare le necessità biologiche essenziali: sgranchirmi le gambe, nutrirmi, defecare, dormire un poco.
A volte ho bisogno di una donna vera, quando non ne posso più
della carne virtuale; allora cerco in Rete un’amica alienata come
me, con la quale affogare le angosce in un fiotto di sperma, per
dimenticare.
Mi basta uno straccio di lavoro che mi permetta ritornare nell’unico luogo dove esisto: davanti al monitor, con le mani che corrono sulla tastiera.
Ce ne sono altri come me in giro. L’oscuramento totale si avvicina.
Avevo conosciuto None_0 una decina d’anni prima a Parigi. Le
cose nelle agenzie non andavano particolarmente bene in Spagna, dove vivevo, così mi ero deciso a cercar fortuna dai vicini. In realtà anche nella gran capitale non c’era troppo da fare.
L’editoria e la carta stampata erano in caduta libera, sicché non
restava altro che riciclarmi nella Rete. Non fu per niente facile,
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