Ora siamo entrambi distesi a terra. C’è un alito di fumo che aleggia
su di noi, sale verso il soffitto e odora di polvere bruciata. Siamo
completamente immobili, figurespeculari riverse sul pavimento.
La spalla destra mi fa un male cane. Sollevo la testa quel tanto
che basta per scorgere il suo corpo inerme, e poco distante vedo
anche la rivoltella, solitaria sul pavimento, orfana di una mano
che si allunghi per afferrarla. Poso le dita a terra per leggere il
battito del suo cuore, ma sul marmo freddo non viaggia nessuna
vibrazione, nessun movimento ritmico e tambureggiante che i
polpastrelli possano tradurre in percezioni riconoscibili, nessun
accenno di movimento, nessun muscolo che si contragga per
prepararsi all’azione.
Soltanto un grande silenzio.
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