con le creature che sorgevano dai rottami del cratere.
6. I Giardini di Utnapishtim
Il cielo scuro color ruggine ovattava la luce solare, rendendo il
fondo della valle ancora più deprimente, una enorme distesa metallica monocromatica. Le due piccole figure avanzavano furtive,
fermandosi spesso al riparo e rotolando sui detriti bagnati dalla
pioggia.
- Siamo vicinissimi - sussurrò il Serpente - vedi quel passaggio
sotterraneo tra i rottami lì in fondo? Ci porterà all’ingresso della
torre che è sotto la superficie, piantato nel suolo. Il mio signore
me lo ha detto.
Tutto intorno l’esercito di scheletri metallici si preparava, Janara
ne contava almeno un migliaio.
- Quale follia sta accadendo?
- Nulla sarà come prima. Ho udito già cosa accadrà.
- Qualsiasi cosa ti abbia detto il tuo signore, spero che non la incontreremo oggi.
- La morte è solo un nuovo viaggio. Adesso andiamo!
Quasi al buio totale, si addentrarono nel passaggio, entrambi
avanzando con grande sicurezza. Il cunicolo sotterraneo era formato da materiale metallico antico e in alcuni punti dovettero
strisciare in stretti budelli per avanzare. L’acqua acida penetrava
dal soffitto raccogliendosi in malsane pozze. Janara fu sul punto
di vomitare, quelle effusioni malevole non si adattavano al suo
corpo nato dalla natura. Dopo un’oscura discesa che alla Lupa
sembrò infinita, la galleria iniziò ad allargarsi e una strana luminescenza la rischiarò. Come se volte metalliche lo sorreggessero,
il passaggio divenne enorme acquisendo l’aspetto di un antico e
dimenticato ingresso per gli inferi.
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