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L’angolo delle recensioni con lo sciamano della pigna + Nel lontano 1998 usciva Half-Life, un videogioco per pc destinato a diventare una pietra miliare. Half-Life infatti in un tempo in cui i giochi in prima persona consistevano nell’arrivare da A a B sparando a qualunque cosa, proponeva un mix di azione, avventura e platform perfettamente bilanciato. Il gioco ci metteva nei panni di Gordon Freeman, un giovane ricercatore nella struttura di ricerca super-segreta di Black Mesa che suo malgrado finiva in una lotta per la sopravvivenza a causa di un esperimento andato terribilmente male.Una lotta in primis contro gli spaventosi alieni sbucati fuori da un buco dimensionale e poi contro i marine mandati a insabbiare il tutto (testimoni compresi). Half-Life puntava ad aumentare l’immersività dell’esperienza introducendo un protagonista silenzioso, con tutta la vicenda narrata dalla visuale di quest’ultimo, in tempo reale e senza cutscenes. Inoltre introduceva molte idee che sarebbero state usate (e abusate) da molti giochi successivi, come ad esempio la tuta protettiva hi-tech. Sei anni dopo questo successo, usciva l’altrettanto strepitoso Half-Life 2, dotato di un motore grafico (all’epoca) all’avanguar62