O almeno non subito. Qualcuno potrebbe insospettirsi. - Perché? - rispose Fuchs sprezzante - Era solo un tirapiedi -.
- Non un semplice tirapiedi, bensì l’attendente personale di Liebehenschel. L’Obersturmbannführer vorrà delle risposte. - E noi gliele daremo - asserì Fuchs deciso. Non riuscì a bloccare
un colpo di tosse, poi riprese: - Non temete, so che vi preoccupate della segretezza dei vostri esperimenti. - Se fosse così dovrei preoccuparmi anche di voi - ribatté Mengele fissandolo intensamente. - Ne siete una prova vivente. Per la prima a volta a disagio in quella conversazione, Fuchs si
toccò la benda che gli usciva dal colletto della divisa.
- Mi avevate promesso … - Suvvia, Fuchs - lo interruppe il dottore, con il suo solito sorrisetto mellifluo dipinto sul volto cordiale. - Non avete nulla da
temere, dovrò solo farvi qualche altra iniezione. Siete un esperimento unico … e sarete in assoluto il primo vero Übermensch:
il simbolo della razza superiore.
- E gli altri deportati del blocco 10, le vostre cavie? - Non crederete che si tratti dello stesso siero? - Non mi sembra che abbiate avuto risultati - argomentò Fuchs
aggrottando la fronte. Ancora tosse, un paio di colpi che non
trattenne, poi azzardò: - A quanto pare in nessuna delle vostre
sperimentazioni. Io non sto bene, dottore, evidentemente il decorso non procede come dovrebbe. - Procede, Standartenführer, procede esattamente come dovrebbe. Ed è per questo che non posso permettermi che qualcuno
ficchi il naso nel mio lavoro. Solo che preferirei liberarmi delle
seccature con … - Calma - suggerì Fuchs.
- Discrezione - lo corresse Mengele. - Quest’omicidio complica
le cose. L’autista dichiarerà di aver portato l’ Hauptsturmführer
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