L’AURIGA si posizionò sul nuovo tracciato e i motori vennero portati a velocità sub luce. Gli effetti dell’accelerazione
costante venivano annullati dai potenti campi gravitazionali
artificiali prodotti dai ponti della nave e completamente assorbiti da Goofy che automaticamente adattava l’organismo
alla nuova situazione. Ad un certo punto la velocità si assestò
e si mantenne costante per tutta la durata del viaggio, circa
un’ora. Durante il tragitto, due navette vennero approntate
per operazioni di ricerca e analisi. Erano di foggia snella e
oblunga, adatte a togliersi rapidamente dai guai e trasmettere alla nave madre tutto quello che riuscivano a sondare.
Avevano il compito di passare in rassegna lo spettro elettromagnetico, fotografare ogni cm2 di superficie, rilevare fonti
di calore e radiazioni.
Al segnale convenuto le navette si prepararono al lancio.
L’hangar si aprì e si diressero lungo le direttrici a loro assegnate. Nella Sala Tattica si assisteva allo svolgersi degli
eventi.
- Qui Condor, mi sto posizionando. Scanner operativi e funzionanti - Tutto bene anche qui, AURIGA. Inizio scansione -
Crepitii e immagini disturbate pervasero gli schermi. Il miglioramento non era così radicale rispetto all’osservazione
di poche ore prima.
Il Comandante guardò Filarch che stava registrando delle
note personali su un foglio olografico:
- Non è possibile! A Questa distanza dovremmo essere in grado perlomeno di vedere la superficie con chiarezza! E non ci
sta arrivando nessun tipo di dato né dall’analisi termica né
78