Così, uno morì, il fianco squarciato da una sciabola che
tante volte l’aveva protetto. L’ultimo soldato si inginocchiò,
si sfilò l’elmo ammaccato e sciolse l’armatura spaccata. Si
appoggiò su un braccio, sputò sangue e disse: - Ho vinto, per
te! Quella visione lancinante parlò, con il tono dolente di chi
riceveva un torto oltraggioso:
- Non sei morto per me! –
L’ultimo uomo si terse il sudore dagli occhi e volle compiacersi dello sbalordimento soffocante di quella bellezza
inumana. Erano stati raccolti eccellenti combattenti, addestrati per uccidere chiunque ed erano stati sconfitti. Abbattuti e annichiliti come una fiammella che cade nell’Oceano
oppure una goccia di rugiada di fronte a una valanga. Lei era
protetta da uno scudo più duro dell’adamàntio degli dei, più
impenetrabile del profondo dei cieli. Era protetta dalla sua
impossibile bellezza. Essa era il suo generale invitto, la sua
schiera indomita, la sua fortezza inespugnabile.
Si uccise, gettandosi sul moncone della sua spada assassina, contento.
51