Tom Debur accenna un sorriso di circostanza, poi
inizia meticolosamente a sistemare la cancelleria e gli
incartamenti sparsi sul tavolo.
- Beh, vorrà dire che lo saprò quando sarà pronto
a dirmelo. Questa... sistemazione, per quanto poco
ortodossa e fuori dalle regole, sembra aver risolto, almeno
temporaneamente, i suoi problemi. Quindi chiuderò
un occhio, e credo lo faranno anche i clienti. Lei resta
uno dei miei migliori impiegati, se non il migliore. Ma è
implicito che se i suddetti problemi si ripresenteranno,
sarò costretto a rivedere il suo contratto di lavoro. Buona
giornata. -
Tom batte i tasti del computer, felice di esaminare cifre,
estratti conto, documenti, note. Ha cancellato persino i
giochini base del sistema operativo, come il solitario o
campo minato. Un cubicolo spoglio, senza fotografie. Solo
un tavolo e una pianta di ficus in un angolo. Alle spalle
della poltrona girevole una brandina arruginita, con sopra
un plaid e un piccolo cuscino azzurro. È scomoda, e di notte
lo tiene sveglio col suo cigolare. Un prezzo che pagherebbe
cento, mille volte.
- Fatica e riposo. Riposo e fatica; zero pensieri, nessuna
distrazione. Buona giornata a te, Tom, e buon lavoro. -
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