Attaccato ai cavi ora distesi iniziò a scendere ad una incredibile velocità e solo grazie ai suoi guanti non distrusse i
palmi delle sue mani. Con la grazia tipica della sua razza
atterrò al centro del villaggio seminando morte con il fucile
che non aveva mai smesso di sparare, mentre alle sue spalle il suo meccanico esercito silenzioso appariva inondando
la piazza di morte. Le creature urlavano e morivano in un
tripudio di inumana violenza sotto le raffiche precise dei
droidi. Kraban, nel cuore della battaglia, menava fendenti con la daga nella destra mentre sparava con la sinistra,
ma per quanti morivano altri ne arrivavano e lui sapeva
bene che non ce l’avrebbe fatta, il tempo stringeva e anche
i robot cominciavano a cedere sotto il numero delle bestie.
Improvvisamente però il suolo sotto l’altare croce esplose,
facendo rotolare la donna al suolo. Questa, ripresi i sensi,
urlò di una paura primeva mentre osservava l’insetto umanoide sorgere dal terreno. Bastò un attimo e il suo cervello
rischiò la follia, oscillando su baratri che l’uomo aveva dimenticato da innumerevoli ere; poi la polvere alzata dalla
frana inghiottì il re alieno che, dato il rumore che proveniva dalla nube, cominciò un oscuro banchetto a spese degli
scimmioni. Kraban ringhiò, e mentre parava una lancia con
la daga sfondando lo scimmione che la impugnava con una
raffica di fucile ravvicinata, colse l’occasione e corse via tra
urla disumane, robot distrutti e il vento ormai ciclopico,
raccogliendo la donna nuda. Questa lo guardò con lo sguardo di chi ormai ha visto l’inferno in terra.
- Aggrappati alle mie spalle se vuoi vivere - urlò il Falco, per
farsi sentire nel caos della battaglia.
- Chi sei tu? - disse la donna sconvolta
- Sono la tua unica occasione.
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