costruire la sequenza degli eventi, riunendo il puzzle pezzo per
pezzo(o almeno provandoci), deducendo informazioni dai dettagli sparsi qua e là.
Ho usato la parola puzzle per un motivo preciso, infatti in ogni
livello si nasconde una piccola tessera da scarabeo, una volta collezionate tutte potremo utilizzarle mettendo in pausa il gioco e
risolvendo un puzzle; ciò sbloccherà una password con cui sarà
possibile vedere un finale alternativo.
Vi preannuncio che il finale, o meglio i finali, sono sorprendenti
e vanno interpretati per goderne appieno.
Mentre si avanza per i livelli si insinua nella mente il dubbio:
qual’è il motivo per cui uccidiamo?Perchè “costretti” dagli eventi o per il puro piacere di farlo?
Saggiamente il gioco lascia queste domande insolute, dandoci lo
spunto per fermarci un attimo a riflettere.
Tuttavia è pur sempre un videogioco ed è fiero di esserlo.
La cruda violenza è stemperata dai bonus di punti lampeggianti
che appariranno per ogni cranio fracassato, dagli indicatori di
combo e dall’emblematico “stage clear” che ci apparirà non appena avremo ripulito una zona.
A fine capitolo avremo anche una valutazione del nostro punteggio, in pieno stile arcade.
Estetica
L’estetica del gioco è curatissima anche se retrò, fioccano cit azioni al cinema, l’architettura e la musica degli anni ottanta.
La colonna sonora poi merita una menzione a parte: la selezione di brani che accompagnano ogni momento del gioco pesca
nel meglio dell’elettronica alternativa e contribuisce attivamente
all’atmosfera generale.
Fioccano beat semplici ma accattivanti e sinth acidi; devo anche
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