ti a divorare un uomo strappandogli brani di carne con i loro
denti storpi. Uno di loro si voltò verso Creed lanciando un urlo
primordiale, al che anche gli altri due scattarono verso di lui. Il
suo istinto da lupo lo salvò mentre rotolava di lato schivando
l’impatto con i tre corpi, poi, mentre afferrava una traversina di
legno, le sue robuste gambe indurite da estenuanti marce nel deserto, lo fecero scattare in piedi in maniera fulminea. Colpì con
tutta la forza che aveva le creature menando colpi che avrebbero
abbattuto un orso, ma queste si rialzarono rilanciandosi all’attacco. In meno di un secondo si trovò a correre tra il caos e il
ciclopico vento e, mentre si spostava tra la densa polvere, sentiva
urla di disperazione e di morte intorno a lui. Una porta gli comparve davanti, l’aveva attraversata in passato ma era la prima
volta che la vedeva, la prigione di Eldorado City. Sbatté più volte
contro il duro legno mentre grida infernali, seconde in potenza
solo al fischiare del vento, gli erano alle spalle. Dopo l’ennesimo
tentativo la porta si aprì di scatto facendolo cadere sul freddo
pavimento della prigione, mentre la porta si richiudeva un fucile a canne mozze gli si piantava sotto il naso.
- Fermo in nome di Dio, non lo vedi che è un uomo! - supplicò
il vecchio reverendo Willis.
- Cosa diavolo ne so, io gli sparo e basta! - abbaiò Jimbo Jo mentre armava il cane del fucile.
- Stupido mentecatto, è Creed! - una porta laterale si aprì mostrando la bionda chioma di Jack il lesto, Walcott Bob lo stalliere
e la massiccia figura del Boia.
Il fuorilegge abbassò il fucile - Mi si fulminasse il cervello! esclamò - Creed, qui, e ancora vivo! - Si ma non per molto! - si alzò barcollante il cercatore, dovendosi appoggiare al muro.
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