disse con voce profonda e leggermente roca il cercatore mentre
afferrando il bicchiere, si passava una mano fra la ispida barbetta. Una lama di luce illuminò il viso duro mentre alzava il mento
per bere, mettendo in mostra la terribile cicatrice che gli deturpava il volto attraversando i bulbi oculari ormai vuoti.
- Pensavo fossi morto Creed. Che diavolo ci fai qui, il Colonnello ha messo una taglia sulla tua testa e sicuramente adesso... Creed si alzò aggiustandosi il cappello da cowboy in modo che
la falda coprisse gli occhi e andò verso le scale che portavano alle
stanze da letto.
- Grazie, anche per me è bello rincontrarti Jackie. Scusami vorrei chiacchierare ma sono settimane che non vedo un letto e un
bagno - E si sente, puzzi come una carogna lasciata al sole! Diavolo
Creed non puoi piombare qui e... Era già scomparso al piano di sopra.
- Brucerò all’inferno per questo - si rassegnò con un sospiro il
barista, tirandosi indietro i capelli biondi.
Tastando il muro del corridoio, trovò una porta. Entrò e iniziò
a rilassarsi slacciandosi il pesante cinturone con il suo Revolver
double action. All’inizio della sua vita al buio gli era stato impossibile sparare, ma pian piano Creed aveva imparato a percepire
con gli altri sensi e, nonostante avesse acuito la sua percezione
fino a ritornare un essere primordiale guidato dall’istinto, non
sarebbe mai stato più il terrore che era un tempo con un revolver in mano. Era triste per lui ammetterlo. Gli aveva tolto tutto.
Si distese sul letto accavallando i piedi senza sfilarsi gli stivali,
sporcando il bianco copriletto di lino con polvere e terra, poi
con le mani dietro la testa si chiuse in un cupo riposo.
Era sempre lì, Sand Creek. Voleva svegliarsi ma non ci riusciva.
46