l’origine. Del tutto inutile cercare di comunicare, ci aveva provato diverse volte: lui era enorme, tanto da risultare invisibile
agli invasori notturni. Per cui decide di tacere, ritirarsi nell’angolo tra la credenza e la riproduzione in bronzo della Venere di
Milo; osservare, impotente come al solito, lo svolgersi della mini-battaglia. Dopo attimi di esitazione, l’esploratore in armatura
fa capolino dai pesanti volumi, ispezionando ancora una volta
i paraggi, titubante. Via libera stavolta, e il suo richiamo può
finalmente echeggiare tra I fratelli Karamazov e Re Lear, e giù
nelle scansie inferiori, fino ai romanzi per bambini e ai manuali
di giardinaggio. È un attimo, poi l’intera struttura trema, colpita
da microscopiche scosse sismiche. La libreria si anima impercettibilmente, come un formicaio calpestato, e i ripiani iniziano
a brulicare di vita. Prima ad uscire allo scoperto, la banda di
Sherwood: folletti in calzamaglia verde, con cappucci e bende
che lasciano scoperti il viso all’altezza degli occhi, trascinano
lunghi rampini che pesano almeno quanto una diecina di loro.
Prendono a fissarli al “pavimento” con movimenti rapidi e studiati, correndo da un angolo all’altro del mobile, gridando ordini con le loro vocine invisibili. L’intera compagnia dell’anello
ora è schierata alle spalle dei ladri gentiluomini. Gandalf e Sauron dividono l’esercito in schieramenti compatti, mantenendo
ordine e ferrea disciplina in mezzo a quell’accozzaglia di fanti e
arcieri, umani, elfi e orchetti che per un attimo dimenticano le
antiche ostilità, in vista di un nemico ben più oscuro e potente.
Ecco la tigre della Malesia, con baffi neri e occhi che sembrano pozze di catrame, c omandare un centinaio di soldati inglesi,
altrettanti indiani, più svariate legioni di scimmie, pantere ed
elefanti. I vichinghi di Enrico il Rosso, con ingombranti asce bipenne, abbattono pezzi di libreria, accatastandoli in un mucchio
davanti alla copertina delle Mille e una Notte. Simbad il mari26