SB Storie Bizzarre SB N0 | Page 17

che ne stessero creando di nuove, oltre alle bocche che avessero avuto qualcosa da ridire. Per fortuna non eravamo tanto stupidi da farci beccare. Esili file di ragazzini tremanti guardavano le loro creazioni andare in frantumi, rotolare e mescolarsi con il fango delle pozzanghere di fine autunno. Il diverso, schiavo ed interprete delle nostre fantasie, ritornava quella poltiglia anonima che avevamo conosciuto. Le autorità non colsero nessuno sul fatto, ma nella cerchia degli adulti qualcosa trapelò lo stesso. Qualche genitore doveva aver messo sotto torchio un figlio più fragile e meno risoluto degli altri. Rientravo da un giorno di scuola qualsiasi, ero molto triste anche se grato per averla scampata e non mi resi subito conto del silenzio che permeava il salotto di casa mia. Dove in genere risuonava il canticchiare della cameriera o il vocìo degli occasionali venditori porta a porta, regnava solo l’ eco dei miei passi. Incontrai gli sguardi arcigni di mia madre e di alcune vicine. Mio padre, in piedi accanto al divano, mi invitò a salire in camera con un cenno del capo. Capii che ci avevano scoperto, e aspettai con apatia una punizione, una ramanzina, un discorso tra “uomini” : niente.Gli anziani avevano dichiarato illegale non solo la sostanza e il suo utilizzo, ma ogni riferimento anche implicito alla cosa. Il circolo dispose che i barattoli venissero recintati e sorvegliati giorno e notte. Le giornate di allegria e ribellione erano finite. Trascorsero alcuni mesi grigi in cui comunicavamo solo negli intervalli tra una lezione e l’ altra, poiché ci era fatto divieto incontrarci o parlare al di là delle mura scolastiche. Ma il pensiero era costantemente rivolto al diverso e alle sue metamorfosi, alle innumerevoli possibilità che avrebbe continuato ad offrire se non ci fossimo stupidamente esposti allo sguardo indagatore della legge. La “rivoluzione”, così come la chiamavamo, avrebbe dovuto procedere in sordina e diffondersi senza troppo rumore. Ma eravamo 17