i sensi. Quasi per caso pensai a Buck, il cane dei vicini morto
da anni. La sostanza mutò, prima lentamente e poi via via più
veloce e, non solo assunse in modo perfetto le sue sembianze
ma, divenne grigia come il pelo dell’ animale. Quella volta non
avemmo il tempo di pensare, né di spaventarci o urlare per lo
stupore; una pattuglia si avvicinava a grandi passi verso il nascondiglio. Fuggimmo lasciando il povero Buck, o meglio la sua
miniatura, tra le grinfie dei soldati. Benjamin Cend però era il
più furbo tra noi; aveva richiuso immediatamente il contenitore e se lo era messo sotto il cappotto, prima di darsi alla fuga.
A scuola non parlammo d’altro. Ben era proprio pazzo, aveva
nascosto il diverso in cantina, dove i suoi non andavano mai.
Presto o tardi ci avrebbero scoperti. Biff sosteneva che i cilindri
erano numerati, per cui non sarebbe passato troppo tempo prima che le autorità si accorgessero del furto. Per non parlare di
quella bizzarra statuetta che aveva preso forma tra le mie mani.
Secondo lui avremmo dovuto costituirci o comunque sbarazzarci del corpo del reato. Per fortuna non gli prestammo attenzione e le settimane trascorsero lente e cariche di tensione, ma
senza alcun evento significativo. Era giunto il momento fatidico
in cui decidere come comportarci e cosa fare della sostanza. La
prima riunione della S.S.D. ( Società Segreta del Diverso, come
la battezzò scherzosamente Joje Maalco) si tenne nella cantina
dei Cend, tra botti di vino e assi di legno marce. Riprovammo a
dare sfogo alle nostre fantasie, solo per essere sicuri di non aver
avuto un’ allucinazione.
La creazione più sorprendente fu quella di Biff, una fedele riproduzione del signor Whire, maestro di scienze. Avevamo già
intuito che il diverso dava forma e colore ai nostri pensieri; ci accorgemmo che il discorso valeva anche per le dimensioni. Quando avevo pensato a Buck, la sua immagine nella mia memoria
15